Vaticano: in Piazza San Pietro il presepe artistico di Castelli

Questa mattina, una delegazione della Diocesi Teramo-Atri, insieme al Presidente Marsilio e all’assessore Quaresimale, è stata ricevuta in udienza dal Santo Padre: nel pomeriggio l’inaugurazione dell’albero di Natale e del presepe artistico di Castelli allestiti in Piazza San Pietro.

Con l’occasione, il Presidente Marsilio ha recato in dono una riproduzione del rosone della Basilica di Collemaggio dell’Aquila. Nel ringraziare il Sommo Pontefice per il previlegio concesso ha auspicato quanto prima di poter ospitare in Abruzzo il Santo Padre.

“Mai come quest’anno”, le “icone” del Natale rappresentate dal presepe e dall’albero allestiti in Piazza San Pietro, che verranno inaugurati questo pomeriggio, “sono segno di speranza per i romani e per quei pellegrini che avranno la possibilità di venire ad ammirarli”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo stamane in udienza le delegazioni provenienti da Castelli in Abruzzo e dal comune di Kocevje, nella Slovenia sudorientale, per il dono del Presepio monumentale in ceramica e dell’albero di Natale. Il Papa ha dapprima dato il benvenuto e ringraziato la delegazione della Repubblica di Slovenia, guidata dal ministro degli Esteri, accompagnata dal cardinale Rodé e dall’arcivescovo di Maribor e composta da altri ministri, ambasciatori e personalità (la Slovenia infatti ha donato il maestoso abete rosso, scelto nei boschi di Kocevje), e quella della Diocesi di Teramo-Atri, con il vescovo Lorenzo Leuzzi e numerose Autorità civili.

“L’albero e il presepe aiutano a creare il clima natalizio favorevole per vivere con fede il mistero della Nascita del Redentore – ha sottolineato Papa Francesco -. Nel presepio, tutto parla della povertà ‘buona’, la povertà evangelica, che ci fa beati: contemplando la santa Famiglia e i vari personaggi, siamo attratti dalla loro disarmante umiltà”. Secondo il Pontefice, “la festa del Natale ci ricorda che Gesù è la nostra pace, la nostra gioia, la nostra forza, il nostro conforto. Ma, per accogliere questi doni di grazia, occorre sentirci piccoli, poveri e umili come i personaggi del presepio”. “Anche in questo Natale – ha aggiunto -, in mezzo alle sofferenze della pandemia, Gesù, piccolo e inerme, è il ‘Segno’ che Dio dona al mondo. Segno mirabile, come inizia la Lettera sul presepe che ho firmato un anno fa a Greccio”. “Ci farà bene rileggerla in questi giorni”, ha concluso Francesco.

 

Saranno il cardinale Giuseppe Bertello e il vescovo Fernando Vérgez Alzaga, rispettivamente presidente e segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, a inaugurare questo pomeriggio il Presepe e l’illuminazione dell’albero di Natale allestiti in Piazza San Pietro.

La cerimonia, informa il Governatorato, si svolgerà alle 17.00 “nel rispetto delle norme per contenere la pandemia da Covid-19”. Saranno presenti le Delegazioni ufficiali dei luoghi di origine del Presepe e dell’albero, provenienti rispettivamente da Castelli in Abruzzo e dal comune di Kocevje, nella Slovenia sudorientale.

In particolare, per il Presepe monumentale – formato da statue di ceramica a grandezza maggiore del naturale – partecipano, tra gli altri, il vescovo di Teramo-Atri, monsignor Lorenzo Leuzzi, il commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma, Giovanni Legnini, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e il presidente della provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura. Per l’albero di Natale – il maestoso abete rosso o peccio (Picea abies), alto 30 metri e del peso di sette tonnellate – partecipano, tra gli altri, l’arcivescovo monsignor Alojzij Cvikl, vice presidente della Conferenza episcopale slovena, il ministro per gli Affari esteri Anze Logar e il ministro dell’Agricoltura, delle foreste e dell’alimentazione Joze Podgorsek. Stamane le delegazioni di Castelli e di Kocevje vengono ricevute in udienza da papa Francesco per la presentazione ufficiale dei doni. Il Presepe e l’albero in Piazza San Pietro rimarranno esposti fino al 10 gennaio 2021, festa del Battesimo del Signore, con cui si conclude il Tempo di Natale.

 

 

Barbara Orsini: