“La invitiamo e diffidiamo a revocare ad horas l’ordinanza regionale n. 106 del 6 dicembre 2020, ricordandoLe le gravi responsabilità che potrebbero derivare dall’applicazione delle misure da Lei introdotte riguardo alla salute dei cittadini abruzzesi. Ci riserviamo, in mancanza, di intraprendere ogni iniziativa, anche giudiziaria”. Inizia così la missiva destinata a Marsilio a firma dei ministri Speranza e Boccia.
E’ questo il contenuto della lettera inviato al Governatore dell’Abruzzo dai ministri Boccia e Speranza che ricordano che la ‘declassificazione’ della regione a zona arancione non potrà avvenire prima di mercoledì prossimo 9 dicembre.
“Caro Presidente, si legge nella lettera – si fa riferimento all’ordinanza regionale n. 106 del 6 dicembre u.s., con la quale è stata disposta l’applicazione, sul territorio della Regione Abruzzo, delle misure di cui all’articolo 2 del d.P.C.M. 3 dicembre 2020, con conseguente classificazione della stessa Regione in “zona arancione”. “L’ordinanza regionale suddetta – prosegue la lettera – nel disporre l’applicazione sul territorio regionale abruzzese delle misure di prevenzione della diffusione del virus COVID19 di cui all’art. 2 del DPCM 3 dicembre 2020 viola l’art. 1 dell’Ordinanza del Ministro della Salute del 5 dicembre 2020 che, classificando la Regione Abruzzo come Regione rientrante nello “scenario di tipo 4″ e con un livello di rischio alto”. (c.d. Zona Rossa), dispone l’applicazione sul territorio abruzzese delle più stringenti misure di prevenzione di cui all’art. 3 del suddetto DPCM 3 dicembre 2020. Al riguardo, si rappresenta che, ai sensi della normativa vigente, l’applicazione delle misure relative ad uno scenario inferiore (“zona arancione”) consegue all’accertamento della permanenza per quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive (“zona rossa”), come verificato dalla Cabina di regia. Con riferimento alla Regione Abruzzo, la competente Cabina di regia, nel monitoraggio del 20 novembre u.s. – prendendo atto che la Regione si collocava da 3 o più settimane a livello di rischio alto – denotava “criticità compatibili con un possibile aumento della trasmissibilità nel breve termine che potrebbe a sua volta collocare la Regione in uno scenario più elevato. Tali considerazioni, secondo un principio di precauzione – sottolineano ancora i ministri nella lettera – raccomandano l’opportunità della misura più restrittiva nella Regione Abruzzo”. Veniva, pertanto, adottata l’ordinanza 20 novembre u.s., con la quale – a decorrere dal 22 novembre u.s. – si applicavano alla Regione le misure di cui all’articolo 3 del d.P.C.M. 3 novembre 2020. Solo in data 27 novembre è stata, per la prima volta – ricordano Boccia e Speranza – accertata una riduzione dello scenario epidemico, poi confermata dal monitoraggio del 4 dicembre quale effetto diretto delle misure restrittive aggiuntive, pertanto – ad oggi – non si è verificata la condizione di cui all’articolo 1, comma 16-ter, del decreto-legge n. 33 del 2020, che ai fini di una nuova classificazione, richiede “l’accertamento della permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive, effettuato ai sensi del comma 16-bis, come verificato dalla Cabina di regia”. “Si evidenzia peraltro – conclude la missiva – che, come riconosciuto nel verbale della Cabina di Regia del 4 dicembre 2020, l’anticipazione delle misure adottate dalla Regione Abruzzo con l’ordinanza 102 del 18 novembre 2020, avrebbe potuto consentire la consumazione dell’intero periodo previsto per la declassificazione di cui alla normativa richiamata, non prima di mercoledì 9 dicembre”.