Abruzzo arancione: Marsilio non indietreggia e dice: “Speranza sapeva ma dava mezze risposte”

“Non voglio drammatizzare il conflitto ma ritengo i toni di Speranza e Boccia eccessivi. Non condivido l’interpretazione della legge dei 21 giorni e non voglio la patente del criminale. La burocrazia ministeriale? In due giorni di spese natalizie non ce la potevamo permettere. Coi legali valuteremo toni, misura e merito della risposta alla diffida”. Così Marsilio in conferenza stampa che aggiunge: “Il governo? Ci ripensi!”.

“Posso comunicarlo formalmente di averla ricevuta poco fa la lettera dei ministri: non voglio drammatizzare il conflitto, ma francamente trovo il tono della missiva eccessivo, risibile, a tratti penalmente minaccioso e mi spiego. Come sarà dimostrabile che con la mia ordinanza, che ha riaperto i negozi oggi anzichè mercoledì, tra oggi e domani ci saranno certi contagi piuttosto che altri ? Mica ci saranno in giro sceriffi rossi dentro negozi di scarpe o borse! A questo punto mi dovrebbero dire anche tutti gli altri contagi come sono avvenuti. Non pretendo medaglie se salvo qualcuno anticipando chiusure e blocchi, ma nemmeno la patente del criminale perchè apro i negozi due giorni prima ma soprattutto coi dati che me lo permettevano. Saremmo entrati in zona rossa il 23 novembre, ossia 8 giorni dopo che il comitato scientifica aveva lanciato un allarme evidentissimo e drammatico. Se avessi atteso Speranza il sistema sanitario regionale sarebbe andato in un affanno che non potevamo permetterci considerando che parliamo della salute e della vita degli abruzzesi”.

Col ministro Speranza ho sempre parlato: sapeva che c’era da parte mia questa pressione. Il ministro ci ha dato mezze risposte: se io non facevo ieri il matto, passatemi l’espressione, saremmo rimasti in rosso avendo i dati di regioni in giallo, manco in arancione. Qualcuno chieda al ministro Speranza il perché, in presenza di questi dati e alla vigilia di una data importante come l’Immacolata, di questo rigore invalicabile“.

“Al Governo dico serenamente di rivalutare la situazione”.

“Cosa mi rimprovero? Nulla, semmai di esser  stato fin troppo democratico. E sia chiaro: se i dati schizzano fosse pure Natale o capodanno, noi non abbiamo paura: prendiamo e chiudiamo”.

“I due giorni in questione, oggetto di diffide e polemiche, sono decisivi per la vita economica della regione. Fossero stati due giorni comuni non staremmo qui a parlare, ma parliamo di due giorni che non potevano vedere ancora le saracinesche delle nostre città abbassate. Ovviamente il tutto sempre e comunque alla luce dei dati”.

“E’ sempre stato un rapporto sereno, leale e costruttivo quello col governo e credo che tale resterà. O almeno me lo auguro. Comprendo le ragioni del ministro Boccia, comprendo l’esigenza che ha di non mettersi in difficoltà anche agli occhi delle altre regioni, ma non condivido la lettura della norma e soprattutto ho il dovere di far prevalere le ragioni dell’Abruzzo”.

” Sin dal 2 dicembre scrissi a Speranza di valutare l’opportunità di applicare la facoltà di deroga alle regioni che gli concede la legge. Tra istituzioni si parla con gli atti”.

” Stando alle interpretazioni ministeriali l’Abruzzo avrebbe dovuto tornare in arancione domenica: se avessimo seguito la burocrazia ministeriale ci ritroveremmo ad essere sottoposti ad una cura francamente eccessiva”.

I nostri legali stanno valutando, tono, merito e misura della risposta ma noi insistiamo e contestiamo la regola dei 21 giorni, una regola applicata per prassi che non trova una chiara formulazione in un testo di legge univocamente leggibile. Non sono mica l’unico ad aver sollevato questa questione. In 48 ore una regione può passare da giallo ad arancione, basti penare alla Campania. Per carità condivido urgenza e necessità ma perchè poi viceversa i tempi sono 3, 4 volte tanto? E’ chiaro che si deve agire con consapevolezza, certezza e serietà di dati e casi”.

” Io penso che la questione è: o è scritta male la legge o qualcuno la interpreta male. E soprattutto la cura non può essere uguale per tutti: deve seguire minuto dopo minuto l’evolversi del febbrone o febbretta che sia. Saranno forse considerazioni banali ma lo faccio per farmi comprendere davvero da chiunque. Col buon senso abbiamo anticipato il passaggio in zona rossa senza attendere che fosse il Governo a dircelo: perchè con lo stesso buon senso, sempre dati alla mano, non possiamo compiere il percorso inverso ossia il ritorno in zona arancione?”.

Andateci serenamente nei negozi che fino a ieri erano chiusi: che poi mica è un numero infinito che farà scoppiare le città! Da mercoledì anche le scuole che ora erano in DAD tornano in aula: tutte le misure restano, ovviamente vi prego ciascuno faccia la propria parte”.

Dopo la provincia autonoma di Bolzano siamo noi la prima regione a fare questo setaccio tramite la procedura degli screening: 85 mila tamponi sono un vanto di cui non si può non tenere conto e premiare. Partecipate allo screening, invito tutti i cittadini abruzzesi a farlo“.

 

 

 

 

Barbara Orsini: