Anche a Pescara ieri sera ultimi spettacoli in cinema e teatri. A mezzanotte si sono spente le ultime luci sulle già poche sale rimaste aperte. Partita ieri, su www.culturaitaliae.it, una raccolta firme per chiedere al governo un dietrofront.
Come molti ristoratori, anche gestori e dipendenti di cinema e teatri ieri sera hanno spento le luci con l’amarezza di chi sapeva che per la seconda volta in pochi mesi non ci sarebbe stato un domani. Ma stavolta a differenza di marzo scorso quelli che vengono riassunti con la dicitura “operatori culturali” non ci stanno a sentirsi trattati come gli untori che non sono. Al “Massimo” di Pescara è andata in scena una domenica tanto diversa dalle altre: molte telefonate, dopo l’annuncio del premier Conte in Tv, per verificare che le sale fossero ancora aperte ma soprattutto per lasciar traccia della enorme solidarietà destinata a chi di cinema e teatro vive e non con i cachet di attori, registi e produttori ma con onesti stipendi. Sono stati proiettati tutti i film in programmazione, anche solo per 6 clienti a sala. Amareggiati più che rassegnati, i dipendenti del multisala in centro città hanno accolto anche l’ultimo spettatore dello spettacolo delle ore 22 col sorriso ma soprattutto spiegandogli i tanti dispostivi di sicurezza adottati sin dalla ripresa a giugno. Misurazione a distanza della temperatura, registro cartaceo in cui ciascuno può, volendo, indicare nome e cognome, recapito telefonico o indirizzo mail e sala della proiezione nonché posti in sala distanziati con tanto di poltroncine bloccate e tanti igienizzanti carichi ad ogni piano. Tutto questo nella convinzione che si potesse continuare a godere in serenità almeno di una sera al cinema. E, invece, il DPCM di ieri parla chiaro: cinema e teatri chiusi fino al 24 novembre. Per ora.
“Ci domandiamo che senso abbia tollerare la calca sui mezzi pubblici e nelle pubbliche piazze oppure il gran movimento continuo di gente in centri commerciali e ipermercati e poi serrare le nostre attività. Ma davvero chi ci governa pensa che il problema siano cinema e teatri? Non la pensano così i tanti clienti che oggi sono passati anche solo per salutarci e dirsi infuriati per aver perso anche l’ultimo svago vicino casa in un momento così pesante e cupo”. Questo ci dicono due dei dipendenti storici del “Cinema Teatro Massimo” evidentemente preoccupati per il loro futuro oltre che visibilmente commossi all’idea che si debba ancora una volta spegnere le luci in sala.
(Così ieri sera i dipendenti del Massimo all’ultimo spettacolo in proiezione)
A riprova del fatto che stavolta, a differenza del marzo scorso, gli operatori di cinema e teatro non ci stanno a restare a casa con le mani in mano e chiedono di essere in tanti a sottoscrivere una raccolta di firme a livello nazionale, avviata ieri poco dopo le parole del Premier Conte e in pochi minuti arrivata a quota 40 mila. Un semplice click su www.culturaitaliae.it dove è reperibile il testo completo della lettera indirizzata al Ministro Franceschini recante l’appello intitolato ” Vissi d’Arte”, come la famosa aria della Tosca di Puccini, già sottoscritto da migliaia di italiani tra i quali molti tra registi, attori, costumisti ma anche addetti a sale e teatri. Mentre scriviamo le firme sono 81.310: esattamente il doppio della stessa ora di ieri.