Crollo di produzione del 22% per l’olio abruzzese, a fronte del 30% nazionale. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti: per la campagna olearia 2020/21 uno scenario complesso anche per l’Abruzzo.
Una situazione produttiva preoccupante a fronte dell’aumento del 9,5% degli acquisti delle famiglie italiane le quali con l’emergenza Covid sono tornate a fare scorte in cucina con i prodotti base della dieta mediterranea, secondo i dati relativi al primo semestre dell’anno. In Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni – sottolinea Coldiretti – con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative.
“L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva – dice Coldiretti Abruzzo – A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione. Nonostante la diminuzione di prodotto, avremo un olio di elevata qualità grazie all’ottima fioritura, a condizioni meteo non avverse e ai limitati attacchi della mosca olearia”.
Per Coldiretti Abruzzo la perdita di produzione in questo particolare periodo storico avrà una certa ripercussione su un comparto fondamentale per l’economia agricola regionale che, in Abruzzo, conta circa 6 milioni di piante su circa 46mila ettari pari al 50% della superficie agricola arborea utilizzata. Per un totale di circa 60mila aziende di cui 15mila che coltivano prevalentemente olivo, oltre 350 frantoi e tre Dop presenti nelle province di Chieti (colline Teatine), Pescara (Aprutino Pescarese) e Teramo (Pretuziano delle colline teramane).