4 milioni di infezioni in Europa, 10000 decessi l’anno in Italia: la resistenza agli antibiotici è un problema serio. In Abruzzo, la somministrazione appropriata è al centro dei corsi per medici di base della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila.
Ci sono infezioni che non rispondono alle cure, prosperano su ospiti praticamente invulnerabili e resistono a qualsiasi bombardamento antibiotico. Ma attenzione, è bene sapere che l’assalto dei batteri da incubo non è colpa della sfortuna, bensì colpa nostra.
Siamo noi, con il nostro abuso sistematico degli antibiotici, da renderli indistruttibili. Basta una gola appena dolente e giù pasticche, ingurgitate come panacea di tutti i mali, anche quelli che, per loro stessa natura – non possono rispondere ad una terapia antibiotica. E il bello è che, in certi casi, non solo non servono alla bisogna, ma a lungo andare riducono notevolmente le possibilità di successo quando ne avremo davvero necessità. Senza contare che l’abuso costituisce anche uno spreco economico, sia in termini di farmaci male utilizzati, sia in termini di malattie che, curate in maniera inefficace, finiscono per scaricare il loro peso sulla società e sulla spesa sanitaria. Ormai le somministrazioni eccessive e improprie sono un problema mondiale: si stima che nel 2050 i decessi per infezioni supereranno quelli dovuti al cancro.
Naturalmente, i primi a doverne sapere di più e meglio sono i medici, ai quali spetta il compito di indirizzarci verso la terapia migliore. Ed è proprio all’uso appropriato degli antibiotici che sono dedicati i corsi organizzati dalla ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila e rivolti a 250 medici di base. Il primo dei tre incontri sull’antibiotico-resistenza, svoltosi ad Avezzano, ha visto la partecipazione di 80 medici generici.
“Più si abusa di antibiotici – si legge nella nota introduttiva del corso – più diventano inefficaci e più risulta difficile contrastare le infezioni, per scarsità di strumenti farmacologici validi. Una tendenza preoccupante su cui la Asl, tra le prime in Abruzzo, ha acceso i riflettori, coinvolgendo alcune centinaia di medici di base della provincia. Un allarme, quello sul ricorso improprio ai farmaci contro le infezioni antibiotico-resistenti, che ha una valenza mondiale: nel 2050 si prevede che, a livello planetario, vi saranno 10 milioni di decessi per infezioni, superiori a quelle per cancro (previste in 8 milioni). Abbiamo tenuto ad Avezzano il primo di una serie di corsi con i medici di famiglia, il cui ruolo è importante perché sono i primi prescrittori di farmaci”.
Il direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale di L’Aquila, Alessandro Grimaldi, ha illustrato ai medici di famiglia provenienti da Avezzano e dalla Marsica le conseguenze legate ad un’errata somministrazione a ‘pioggia’, cioè non giustificata da reali esigenze, sia in ospedale sia nel territorio. Il corso verrà replicato a Sulmona sabato 20 gennaio e all’Aquila il 27.
“Purtroppo – ha detto Grimaldi – l’uso eccessivo e ripetuto nel tempo di questi farmaci li rende inefficaci nelle terapie e quindi la disponibilità complessiva di prodotti realmente attivi contro le infezioni batteriche si assottiglia progressivamente, col rischio di ritrovarci a breve senza armi farmacologiche valide. Tra l’altro, le case farmaceutiche, a causa degli alti costi e dei tempi lunghi della ricerca, sono poco propense a investire per trovare nuovi farmaci. E’ necessaria quindi un’inversione di tendenza e il coinvolgimento di tutti i soggetti della catena sanitaria, a partire dai medici di famiglia che sono il primo, importante anello di questo percorso”.
La resistenza agli antibiotici è considerata una delle peggiori preoccupazioni per la salute mondiale di un futuro in cui i superbatteri potrebbero provocare infezioni letali per l’uomo. Secondo gli esperti oggi l’unica arma contro la resistenza agli antibiotici è proprio quella di evitarne l’abuso. La raccomandazione è ancora più utile se arriva nel periodo del picco influenzali, quando spesso ci si imbottisce di farmaci inutili. In definitiva, gli antibiotici vanno assunti solo solo se davvero necessari e sotto sorveglianza medica, inoltre è importante finire l’intero ciclo di terapia.