Potrebbe durare poco meno di un mese lo sciopero dei giudici di pace che, anche in Abruzzo, protestano contro la riforma della magistratura onoraria.
La paralisi del sistema è un rischio concreto se i giudici di pace non scorgeranno una reale apertura al dialogo da parte del Governo. Lo sciopero dovrebbe iniziare alla ripresa delle attività dopo le feste, l’8 gennaio, e terminare il 4 febbraio. Secondo i giudici non togati, che hanno anche annunciato di non partecipare all’inaugurazione dell’anno giudiziario, la riforma non è compatibile con l’ordinamento comunitario e costituzionale. Il Governo è accusato di non avere disposto misure adeguate contro la discriminazione retributiva e di non avere ancora regolamentato i trasferimenti. I giudici hanno precisato che durante la prevista astensione dal lavoro verrà garantita solamente un’udienza a settimana. In Abruzzo gli uffici dei giudici di Pace si trovano Atri, Avezzano, Casalbordino, Castel di Sangro, Chieti, Gissi, Guardiagrele, L’Aquila, Lanciano, Penne, Pescara, Pescina, Sulmona, Teramo e Vasto. La protesta dei giudici di pace è già al secondo anno ed ha come bersaglio la riforma della magistratura onoraria, in vigore dal 2021 e che assegnerà ulteriori incombenze ma senza adeguati corrispettivi economici e previdenziali.