Italia nostra contro la caccia al cervo in Abruzzo. ‘Siamo venuti a conoscenza che la Regione Abruzzo – si legge in una nota – ha approvato il Piano Faunistico Venatorio 2019-2023, redatto con la collaborazione dell’Ispra e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, con il quale si autorizza la caccia selettiva per il cervo’.
Così l’associazione ambientalista in una nota.
“Innanzitutto desideriamo precisare che l’introduzione del cervo nel territorio abruzzese è avvenuta in tempi relativamente recenti. Infatti, è abbastanza raro incontrarlo nel corso di escursioni e passeggiate. Dalla lettura delle analisi scientifiche e tecniche inserite nel suddetto Piano, che dovrebbero motivare e giustificare la riapertura della caccia al cervo, emergono delle evidenti contraddizioni. La comparazione tra i danni annualmente riscontrati, fa rilevare che mentre nel 2015 i cervi avrebbero causato il 15% del numero di danni, nel 2016 tale percentuale scende a poco più del 5%, ossia i danni si sono ridotti a un terzo. Inoltre, è noto che la competizione per la ricerca del cibo, tra cervo e camoscio, è un problema inesistente, essendosi verificato solo in casi eccezionali nel Parco Nazionale d’Abruzzo’.
Italia Nostra, nella sua qualità di Associazione ambientalista, pur non avendo una specificità nella protezione della fauna, ma da sempre impegnata nella tutela del paesaggio e nella difesa di tutti gli esseri che lo popolano (uomini, alberi, animali), si chiede ‘come si possa riaprire la caccia ad un animale ancora raro, sulla base di dati così evanescenti’. Italia Nostra intende ricordare ai legislatori regionali che ‘la qualifica di regione verde d’Europa non può essere solo un motto di cui fregiarsi, ma una costante preoccupazione di tutti per la salvaguardia di un bene incommensurabile’.