Il Governo, tramite l’Avvocatura distrettuale dello Stato, ieri ha depositato presso il Tar de L’Aquila il ricorso contro l’ordinanza Marsilio, che ha riportato l’Abruzzo in zona arancione da lunedì 7. Il Governo insiste: “La zona rossa scade venerdì”.
Il ricorso urgente è stato notificato e depositato con la richiesta di decreto presidenziale in audita altera parte, cioè senza ascoltare la Regione Abruzzo. Si chiede, quindi, una decisione prima dell’udienza cautelare. Non si ha ancora notizia dei tempi della eventuale decisione, ma non si esclude siano brevi. Il documento è nella mani del presidente del Tar, Umberto Realfonzo, che potrebbe decidere con un “decreto di inaudita altera parte”, senza andare in Camera di consiglio quindi senza fissare la udienza, di concedere o meno la sospensiva. Il pronunciamento sarebbe atteso nelle prossime ore.
“Posto che il 27 novembre la cabina di regia ha accertato per la prima volta la riduzione dello scenario epidemico condizione poi confermata dal monitoraggio del 4 dicembre, il periodo di 14 giorni era destinato a perfezionarsi non prima dell’11 dicembre”. E’ una della contestazioni che il governo fa alla Regione Abruzzo contro la ordinanza del presidente, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, con la quale a partire dal 7 dicembre scorso viene reintrodotta la zona arancione e cancellata la zona rossa in cui il territorio era finito dal 18 novembre scorso alla luce di una decisione dello stesso governatore adottata per la drammatica impennata di contagi che ha messo a dura prova il sistema sanitario regionale. Il rilievo è contenuto nel ricorso presentato al Tar dell’Aquila dall’Avvocatura dello Stato che ha chiesto, per conto della Presidenza del Consiglio, nella persona del premier, Giuseppe Conte, e del Ministero della Salute, nella persona del Ministro Roberto Speranza, l’annullamento della ordinanza di Marsilio.
Nella diffida inviata alla Regione dal Ministro delle Regioni Francesco Boccia, lo scorso 6 dicembre, data in cui il governatore abruzzese ha firmato la ordinanza, si parlava di ritorno della Regione in zona arancione non prima del 9 dicembre.
“Le misure ampliative introdotte dalla Regione Abruzzo anticipando gli effetti o gli eventuali e, al momento non ancora adottati, provvedimenti di riclassificazione della Regione da zona rossa a zona arancione rischiano nell’attuale, delicato, contesto di portare ad un improvvisa impennata della curva dei contagi e gravissime e incalcolabili conseguenze nella salute delle persone e per la tenuta dei sistemi sanitari regionali“. E’ uno dei passaggi del ricorso presentato al Tar dell’Aquila dall’Avvocatura dello Stato per conto della Presidenza del Consiglio.
“Eccesso di potere per difetto di istruttoria, carenza dei presupposti in fatto illogicità e violazione del principio di leale collaborazione”: sono queste le contestazioni che il governo nazionale formula alla Regione Abruzzo nel ricorso al Tar dell’Aquila contro la ordinanza con cui il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, ha cancellato la zona rossa reintroducendo senza l’avallo di Roma, quella arancione. Nel documento in cui la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero della Salute chiede l’annullamento del provvedimento regionale. Il ricorso si contesta anche la violazione costituzionale dei poteri dello Stato essendo la competenza della emergenza sanitaria causata dalla pandemia dello Stato centrale. Il ricorso è stato curato dagli avvocati dello stato Sergio Fiorentino, Gianna Galluzzo e Carla Colelli.
Marsilio aveva commentato così questo scenario (CLICCA QUI)