Gli scenari produttivi potrebbero presto cambiare alla LFoundry di Avezzano, l’azienda ex Micron, di proprietà italo-cinese, potrebbe spostare parte della produzione in Cina.
In fondo non c’è nulla di nuovo: spostare la produzione di qualcosa altrove, spesso in Cina, è roba di tutti i giorni, ma non per questo l’operazione risulta indolore. Gli scenari produttivi potrebbero cambiare anche alla LFoundry di Avezzano, tanto più che la proprietà della ex Micron è appunto italo-cinese. Per indagare sui nuovi scenari che in qualche modo cambiano direzione agli investimenti già pianificati, la Rsu Uilm dello stabilimento ha chiesto e ottenuto un incontro con i vertici aziendali.
“Abbiamo chiesto un aggiornamento sui piani di sviluppo e sull’introduzione di prodotti Smic prospettata appena un anno fa. L’azienda, di fronte alle nostre giuste perplessità, ha dichiarato che il fermo all’introduzione di alcuni prodotti Smic è dovuto alla scarsa domanda del mercato e alla bassa remunerazione, in particolar modo alla forte domanda di prodotti da parte del cliente principale che, con molta probabilità, porterà quasi al saturamento della linea di produzione, se non oltre. L’azienda ha altresì dichiarato che, nel caso la domanda del cliente principale dovesse superare la capacità del Fab, la produzione di alcuni prodotti potrà essere spostata in altri Fab di Smic, ma che la produzione di sensori di immagine sarà sempre incentrata ad Avezzano e non ci sarà alcun svuotamento della linea di produzione. La possibilità di spostare la produzione di alcuni prodotti da Avezzano in Cina può destare preoccupazione, ma sarà compito e premura della Rsu Uilm vigilare con la massima attenzione affinché la linea di Avezzano non perda capacità produttiva, intervenendo con tempestività e coinvolgendo tutti i soggetti interessati, interni ed esterni all’azienda. In sostanza l’azienda ha spiegato che, visti i nuovi scenari, è meglio concentrarsi su produzioni più remunerative, magari aspettando il momento opportuno per riprendere la produzione pianificata in precedenza”.
Nella nota diffusa dopo l’incontro la Rsu Uilm esprime soddisfazione per i chiarimenti ottenuti e garantisce comunque la massima attenzione al futuro e alla tranquillità di tutti i lavoratori.
A porsi interrogativi sul futuro dello stabilimento marsicano era stata, alcuni giorni fa, anche la Fiom Cgil:
“Il 7 novembre 2016, presso il Mise, la dirigenza LFoundry è venuta a illustrarci le opportunità offerte dall’ingresso nel gruppo Smic, in quel contesto infatti la dirigenza della nuova LFoundry-Smic comunicava che Smic prevedeva una espansione in Europa nell’ambito di una crescita organica del 20% annuo. In particolare, lo stabilimento di Avezzano avrebbe dovuto iniziare a produrre un dispositivo molto richiesto dal mercato interno cinese, i ‘fingerprint’, per i quali gli stabilimenti di Smic non avevano capacità sufficiente; questo avrebbe dovuto consentirci di uscire dalla condizione di produzione monocliente-monoprodotto. Oggi possiamo dire che quanto prospettato al Mise non si è realizzato, la produzione per la casa madre è stata fermata e la linea è stata riempita con prodotti. A questo punto ci chiediamo: qual è il programma per lo stabilimento di Avezzano alla luce delle mutate strategie produttive?”