Sono teatini tre dei cinque studenti universitari ascoltati dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Anis Amri, responsabile dell’attentato di Berlino. I tre giovani ascoltati per i contatti telefonici avuti con il tunisino.
Tre giovani di Chieti e due di Palermo sono stati ascoltati dalla Procura di Milano nell’ambito delle indagini sulla morte di Anis Amri, il terrorista che, alla guida di un camion rubato, travolse e uccise 12 persone scagliandosi contro la folla assiepata attorno alle bancarelle del mercatino di Natale, a Berlino. I giovani interrogati hanno raccontato di avere avuto contatti con l’attentatore allo scopo di acquistare hashish. “Spacciava, era gentile, parlava bene dell’Italia” hanno detto gli studenti agli investigatori. Pare che nella memoria del telefonino dei cinque ci fosse il numero del terrorista tunisino; il contatto, con tanto di foto del profilo whatsapp, è stato mostrato agli inquirenti. Ora i verbali dell’audizione sono acclusi al fascicolo della Digos e del dipartimento antiterrorismo della Procura di Milano. Ai cinque la Procura è risalita spulciando nella rubrica telefonica di Anis Amri, che aveva perduto il cellulare durante l’attentato. E’ proprio l’attività di spaccio di Amri ad aver sviato le indagini dalla sua deriva islamista, anche se gli investigatori tedeschi lo tenevano d’occhio già prima dell’attentato. I giovani di Chieti e Palermo lo avrebbero conosciuto casualmente a Berlino, dove erano in vacanza per partecipare ad una festa di laurea di un amico, e avrebbero deciso di acquistare l’hashish droga da lui.