La Coldiretti, dopo l’arrivo in Abruzzo di 124 lavoratori stranieri destinati ai campi della Marsica, ha dichiarato che la riapertura delle frontiere dopo il Covid-19 salva 1/4 del raccolto made in Italy.
Il volo charter, arrivato Pescara, ha portato in Abruzzo 124 cittadini marocchini, i lavoratori agricoli stranieri più presenti in Italia dopo i rumeni. Questi lavoratori saranno impiegati soprattutto nella piana del Fucino, nella Marsica.
“La riapertura delle frontiere ai lavoratori stranieri salva un quarto del raccolto Made in Italy: abbiamo 370 mila stagionali regolari che arrivano ogni anno dall’estero e forniscono così il 27% del totale delle giornate di lavoro. Si tratta di operai agricoli stagionali qualificati ed esteri”.
La comunità di lavoratori agricoli più presente in Italia è quella rumena con 107.591 occupati, seguono marocchini con 35.013, indiani (34.043), albanesi (32.264), senegalesi (14.165), polacchi (13.134), tunisini (13.106) e bulgari (11.261). Coldiretti, nel commentare la riapertura delle frontiere dopo il lockdown dovuto alla pandemia, spiega che è “un cambiamento importante poiché con il mese di giugno si intensifica l’attività nelle campagne” e ricorda che l’Italia è il primo produttore europeo di gran parte di verdure e ortaggi.
“Su nostra sollecitazione – dice ancora Coldiretti- sono stati prorogati fino al 31/12 i permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza al fine di evitare agli stranieri di dover rientrare nel proprio Paese proprio con l’inizio della stagione di raccolta nelle campagne. Ora è necessaria anche una radicale semplificazione del voucher agricolo, che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne”.