Richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta per la morte di Anna Maria Mancini, la donna di 57 anni annegata nel dicembre 2013 nella sua auto sommersa dall’acqua in un sottopasso allagato in località Fontanelle, a Pescara.
Tre gli imputati che rischiano il processo: Lucia Pepe, socio amministratore e legale rappresentante dell’impresa Eredi Pepe Salvatore che si era aggiudicata l’appalto per la realizzazione del sottopasso in sostituzione del passaggio a livello; Giuliano Rossi in qualità di direttore dei lavori e sottoscrittore del certificato di regolare esecuzione; Raffaele Bello come responsabile del cantiere. Esce, invece, definitivamente di scena Mario Fioretti, colonnello della polizia municipale responsabile del Comune delegato alla sicurezza stradale, in quanto la sua posizione e’ stata archiviata. Secondo il pm Silvia Santoro, che ha coordinato le indagini dei carabinieri diretti dal capitano Claudio Scarponi, nel sottopasso di Fontanelle in cui trovò la morte la donna sarebbero state installate due elettropompe con caratteristiche di potenza, portata e prevalenza nettamente inferiori a quelle previste dal progetto. I tre imputati sono anche accusati di falso relativamente al certificato di regolare esecuzione dei lavori. Secondo l’accusa, Pepe, Rossi e Bello, avrebbero “attestato falsamente che i lavori di realizzazione dell’opera erano stati regolarmente eseguiti”. L’udienza davanti al gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, a carico di Pepe, Rossi e Bello, accusati di omicidio colposo e falso, si terrà il prossimo 26 aprile. Il marito della donna, Lamberto Galiero, autista della Regione Abruzzo, e i due figli si sono costituiti parte civile. L’avvocato Mirco D’Alicandro, legale dei familiari della 57 enne, chiederà il risarcimento danni e ha chiesto la citazione del Comune di Pescara come responsabile civile.