Per il ministro Lezzi il sistema portuale ottimale è quello Abruzzo-Marche: “meglio ‘a sistema’ con Ancona anzichè con Civitavecchia” avrebbe auspicato nel corso di un question time dedicato all’istituzione di una Zes Abruzzo.
“La Regione Abruzzo può proporre l’istituzione di una Zona economica speciale (Zes) con un’altra Regione, purché contigua e che contenga l’individuazione di una parte di territorio regionale che includa, a sua volta, almeno una porzione di un’area portuale. Nei giorni scorsi ho, invece, appreso dai giornali che il presidente Marsilio avrebbe auspicato che l’Autorità portuale di riferimento, per i porti abruzzesi, fosse quella di Civitavecchia, invece di Ancona”. Lo ha sottolineato il ministro per il Sud Barbara Lezzi nel corso di un question time dedicato all’istituzione di una Zes Abruzzo. “A tale riguardo vorrei che si osservasse che Ancona è un porto avente le caratteristiche richieste per l’istituzione della Zes – ha aggiunto Lezzi – ma, soprattutto, risulta funzionalmente collegato, via ferro e gomma, con l’Abruzzo”. In ogni caso, ha spiegato ancora il ministro, “ad oggi la richiesta di istituzione della Zes Abruzzo, con l’individuazione del Porto di Ancona, è al vaglio dei miei Uffici, del Ministero dell’Economia e delle finanze, mentre il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha preannunciato l’imminente formalizzazione del parere favorevole del Dicastero a conclusione dell’istruttoria”.
E sulla vicenda interviene Camillo D’Alessandro, deputato del Partito democratico, con una dichiarazione.
“Il presidente dell’Abruzzo Marsilio è stato bocciato per due volte dal governo: sul tentativo di far passare l’Abruzzo sotto l’autorità portuale di Civitavecchia e sul fatto che l’iter sulle Zes è confermato perché già chiuso a febbraio dal precedente governo regionale”.
“Le parole del ministro Lezzi – spiega D’Alessandro – smentiscono il goffo tentativo del presidente Marsilio di far passare i porti nazionali di Pescara-Ortona dall’Autorità portuale di Ancora a quella di Civitavecchia. Il fatto che l’iter fosse stato già concluso a febbraio, durante la precedente legislatura regionale, ha reso del tutto inutile la mossa autolesionistica del nuovo presidente abruzzese. Se l’intento di Marsilio fosse andato a buon fine l’Abruzzo avrebbe infatti perso la possibilità di aderire alle Zes e, dunque, avrebbe perso un fondamentale strumento di crescita. Il governo ha invece chiarito che i fondi sono confermati”.
“La vicenda conferma tutta l’improvvisazione che guida Marsilio nelle sue iniziative. Solo uno che per caso si trova a ricoprire un ruolo così importante poteva partorire un’idea del genere”.