“Mi trovo a ribadire ancora una volta, e con forza, di non essere più ufficialmente dallo scorso gennaio nella Progetto Sport Gestione Impianti da cui mi sono dimesso da ogni incarico. Da mesi sono fuori dalla società e nel 2019 non ho mai messo piede all’interno delle piscine”. Così, in una nota, Vincenzo Serraiocco.
Serraiocco chiarisce la sua posizione, accostata alle ultime vicende delle ‘Naiadi’, e dopo il fallimento, decretato dal Tribunale di Pescara, della società che gestiva fino a poche ore fa l’impianto sportivo di viale Riviera Nord.
“Ho appreso dalla stampa la notizia del fallimento della Progetto Sport dell’Amministratore Livio Di Bartolomeo e ricordo che, proprio per disaccordi con i soci della Progetto Sport, decisi mesi fa decisi di lasciare e dimettermi da ogni incarico. Ricordo anche – prosegue Serraiocco – che proprio nelle ultime settimane, agli atleti della società Sport Life, che presiedo, furono negati, gli spazi acqua, con disagi per i tanti ragazzi che praticano sport d’acqua alle Naiadi. In riferimento poi al lavoro della Procura di Pescara, posso solo dire di essere fiducioso nel lavoro dei magistrati, e di essere sereno e impegnato già su progetti futuri”.
“Sulla questione Naiadi – prosegue Serraiocco nella nota – mi auguro che al più presto vengano aperte le buste, per dare la possibilità ad una nuova compagine societaria, che mi auguro possa essere la Sport Life, per poter avviare un discorso nuovo, e garantire un futuro sereno alla struttura. Sotto la mia gestione, voglio solo ricordare che le Naiadi hanno avuto un record di presenze e di incassi che non c’erano mai stati prima. Per gestire una struttura grande e complessa, bisogna conoscerla, e per questo spero che, grazie al lavoro della Regione – conclude Serraiocco nella nota – si possa riprendere un lavoro interrotto nei mesi scorsi, per il bene di uno degli impianti sportivi più importanti d’Abruzzo”.
Prosegue, intanto, lo stato di agitazione dei dipendenti della storica struttura sportiva pescarese: ieri sono arrivati anche i sigilli ‘su tutti i beni mobili che si trovino presso la sede dell’impresa, nonché su tutti gli altri beni della fallita ovunque essi si trovino’ così come disposto dal Tribunale di Pescara.