Nuovo, ennesimo, vertice questa mattina in Comune alle 12 per la vertenza degli interinali di Attiva: in molti protesteranno sotto il Palazzo, tanta l’amarezza per il silenzio della Curia.
Qualcuno ha perso il conto delle riunioni, più o meno tecniche, ad oggi convocate sulla vertenza degli interinali di Attiva, la società in house del Comune di Pescara che ha in gestione la raccolta dei rifiuti in città. Da due mesi circa non è trascorsa una sola settimana senza che le parti non si siano ritrovate intorno allo stesso tavolo: una volta in Regione, tutte le altre a Palazzo di Città. Nemmeno le festività hanno rallentato il ritmo della protesta degli oltre 60 interinali in cerca di stabilizzazione e prospettive: anzi, i giorni di festa sono stati preziosa occasione per tenere alta l’attenzione di Pescara su quella che col trascorrere dei giorni sta assumendo tutto il sapore di una vicenda umana ancor più che contrattuale. Dopo i 400 volantini affissi in mezza città, diversi presidi e molto ‘rumore’, ancora oggi gli interinali di Attiva faranno sentire la propria voce di disperazione e rabbia sotto il Palazzo: è lì che attenderanno l’esito del tavolo tecnico delle 12, è da quelle scale che aspetteranno di veder scendere i legali, gli avvocati Di Paolo e Alfani, per sentire dalla loro voce cosa è stato deciso e, soprattutto, cosa non è stato deciso. La sensazione, infatti, è che l’incontro odierno possa rappresentare davvero un punto di non ritorno: è difficile ipotizzare che un ennesimo rinvio decisionale possa tenere ancora calmi gli oltre 60 padri di famiglia in cerca di speranze e futuro. A proposito di speranze, molta moltissima l’amarezza per il silenzio della Curia: ad oggi, infatti, non vi è stato alcun cenno, nemmeno di semplice riscontro, da parte della segreteria particolare del vescovo di Pescara nonostante nei giorni scorsi gli interinali siano tornati a sollecitare un incontro con Monsignor Tommaso Valentinetti. Sembra, infatti, cristianamente inconcepibile che un tale grido possa rimanere inascoltato: una speranza, quella di esser ricevuti dal vescovo, che seppur sempre più flebile non si spegne perchè quella di portare all’attenzione della massima autorità della Chiesa di Roma in città la vertenza che vede, loro malgrado, protagoniste oltre 60 famiglie non ha mai voluto essere una trovata mediatica bensì uno slancio realmente animato da spirito cristiano.
Il servizio del tg8:
Ma perché credete ancora nello Stato e nella Curia……bah