Rischia di assumere i connotati di una battaglia anche sociale quella che gli interinali di Attiva, mai stabilizzati, minacciano. ‘Le sentenze- dice Teodoro- vanno applicate’.
Sulla vicenda del lavoratore interinale in servizio da anni ad Attiva ( la società in house del Comune di Pescara che si occupa della raccolta dei rifiuti) al quale, con sentenza dell’ottobre scorso, il Tribunale di Pescara ha riconosciuto ‘la conversione’ del contratto da determinato a indeterminato interviene anche Gianni Teodoro ricordando che ‘le sentenze vanno rispettate e soprattutto applicate’. Una vertenza questa, vinta in primo grado dal lavoratore, che non resterà affatto ‘caso isolato’ essendovi almeno altri 40, dei circa 80 interinali in servizio alla Attiva da anni, pronti a dar battaglia alla società in house ‘per vedersi riconosciuti sacrosanti diritti ad oggi ignorati’. La stessa ‘Attiva spa’ che ha messo a bando 61 nuovi posti di lavoro, questi sì a tempo indeterminato, senza applicare, tuttavia, la sentenza del Tribunale pescarese e sopratutto senza, forse, preventivare le altre, verosimili, nuove vertenze in arrivo. Come dire, se i ricorrenti dovessero avere anche loro la ragione del Tribunale Attiva si ritroverebbe a dover gestire non 61 ma oltre 90 ‘indeterminati’.
“A questo punto – incalza Teodoro – solo Alessandrini, in qualità di rappresentante legale del Comune di Pescara che rappresenta il socio unico di Attiva spa, può intervenire, convocando una assemblea straordinaria della società al fine di sospendere la procedura selettiva in atto riconoscendo spontaneamente a tutti i lavoratori interinali quegli stessi diritti che altrimenti una sentenza del Tribunale potrebbe nuovamente sancire. Solo così si evitano eventuali conseguenze patrimoniali e sociali”.
Domani, intanto, conferenza stampa – manifestazione organizzata dal gruppo ‘Interinali senza gloria’ lungo la scalinata del Comune alle 11. La ‘vicenda’ sembra solo agli inizi.