Il gup del Tribunale di Chieti Marcello Cozzolino ha rinviato a giudizio 17 persone nell’ambito di un procedimento per associazione a delinquere finalizzata a commettere più reati di bancarotta, reati fiscali e reati ambientali. Indagini partite nel 2015: danni all’erario per 100 milioni di euro.
A processo, il prossimo 17 dicembre dinanzi al Tribunale di Chieti, sono finiti, con l’imprenditore Mauro Mattucci, Luca Amicone, Antonio Gentile, Nando Di Luca, Valeria Lighezolo, Marco Mattucci, Giuliano Capurri, Lara Martini, Antonio Cristofanelli, Carla Cameli, Roberta Belfiglio, Piotr Pavel Micolalajczyk, Maurizio Guardiani, Pasquale Ettorre, Roberto Pola, Marco Pola ed Egle Mattucci. Secondo l’accusa l’organizzazione, che aveva la propria sede a Chieti Scalo, acquisiva aziende quando erano decotte e una volta svuotate dei patrimoni, le vendeva a prestanome compiacenti e le trasferiva all’estero o comunque le abbandonavate al proprio destino. Inoltre effettuava fittizie cessioni di beni che venivano documentate mediante emissioni di fatture per operazioni inesistenti così da generare crediti di imposta pure inesistenti utilizzati in compensazione per evitare di pagare imposte, ritenute ed oneri contribuiti e previdenziali. Nell’ambito di questo procedimento un altro imputato, Giovanni Marcotullio, è stato condannato a 2 anni con il rito abbreviato mentre hanno patteggiato Vincenzo Misso,a 2 anni e 4 mesi, e 4 mesi Salvatore Fabbricatti accusato di falso ideologico. Le indagini della Guardia di Finanza di Chieti, che culminarono a settembre del 2015 nell’emissione di 8 ordinanze di custodia cautelare, hanno accertato diverse bancarotte fraudolente, l’emissione di fatture false per 13 milioni di euro, e una evasione fiscale di 6 milioni di euro. Sempre oggi il Gup ha dichiarato la propria incompetenza territoriale, ed ha trasmesso alla Procura di Pescara da dove provenivano, gli atti del procedimento con 43 indagati, fra i quali lo stesso Mattucci, per associazione a delinquere finalizzata a commettere reati tributari. Reati che, secondo l’accusa, hanno provocato all’Erario un danno di 100 milioni di euro.