Il vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, ha reso noto che la Giunta regionale sta predisponendo gli atti necessari per richiedere lo stato di emergenza in merito alla questione Gran Sasso unitamente alla nomina di un Commissario.
“Il sistema Gran Sasso – spiega Imprudente – è una realtà molto complessa e articolata in cui convivono tre infrastrutture strategiche di grandissima importanza: i Laboratori di Fisica nucleare, fulcro internazionale della ricerca scientifica, i due tunnel autostradali fondamentali per la comunicazione tra i due mari e l’entroterra, e il sistema idrico che consente di fornire acqua a circa 700 mila cittadini abruzzesi”.
“Tre infrastrutture cruciali – aggiunge – che non possono essere gestite in maniera autonoma da ogni singolo soggetto. La Regione non ha titolo e mezzi per garantire un processo di gestione unica che necessita, invece, di avere un’autorità centrale che sia in grado di intervenire in tempi certi e con le risorse necessarie per affrontare il problema e per superarlo definitivamente “.
“La predisposizione degli atti – conclude Imprudente – è conseguente alla scelta di un percorso intrapreso dalla Regione già dopo le formazione della Giunta, e mentre restano aperte le interlocuzioni con il governo nazionale, stiamo informando tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione in Consiglio regionale, perché si tratta di una emergenza di natura ambientale che deve essere superata nell’interesse primario dei cittadini abruzzesi”.
La delibera potrà essere portata all’attenzione della Giunta già nella prossima riunione prevista dopo la pausa pasquale, e rientra comunque nelle priorità dell’azione amministrativa regionale.
“L’annunciata chiusura del traforo del Gran Sasso, a partire dal 19 maggio prossimo, rischia di ricacciare indietro l’Abruzzo di decenni”. Così il presidente della CNA Abruzzo, Savino Saraceni. A detta del presidente della CNA Abruzzo, “siamo in presenza di un indecente balletto di responsabilità tra governo, Regione e gestore dell’arteria, i cui danni finiranno inevitabilmente per essere pagati dall’intera collettività abruzzese: pendolari e autotrasportatori che per attraversare l’Abruzzo da est a ovest dovranno allungare sensibilmente i propri percorsi, con evidente aggravio dei costi a loro carico. E con danni di immagine su scala mondiale, visto che l’interdizione varrà anche per gli scienziati del Laboratorio del Gran Sasso, impossibilitati a loro volta a raggiungere l’istituto“. Di fronte a questo scenario, il presidente della CNA invoca “senso di responsabilità da parte di tutti gli attori in campo, a partire dalle istituzioni, perchè se le esigenze di messa in sicurezza delle condutture dell’acqua, e dunque della salute dei cittadini, restano prioritarie, pure non possono essere tollerate scelte unilaterali che finiscono con il riversare su tutta la comunità abruzzese danni collaterali”.