Condannato a cinque anni e tre mesi per rapina aggravata, sequestro di persona e violenza sessuale ai danni di una 70 enne vicina di casa: ad incastrare il 30 enne, che nel corso delle indagini aveva ammesso le proprie responsabilità, il dna.
Era finito a processo con le accuse di rapina aggravata, sequestro di persona e violenza sessuale nei confronti di una donna di 70 anni, sua vicina di casa. Oggi, al termine del processo davanti ai giudici del Tribunale di Teramo, un 30 enne è stato condannato a cinque anni e tre mesi (il pm Stefano Giovagnoni aveva chiesto 7 anni), oltre al risarcimento del danno in favore della parte civile, all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e all’interdizione in perpetuo dagli uffici di tutela e curatela. I fatti risalgono al maggio del 2015 quando il trentenne si era introdotto in casa della vicina, bloccandola senza farsi riconoscere per poi abusare di lei e portarle via un oggetto in oro. Ad incastrare il giovane, il quale nel corso delle indagini aveva ammesso le proprie responsabilità, il dna.