Coronavirus Abruzzo, striscione contro i giornalisti a Pescara

Il Sindacato Giornalisti Abruzzesi condanna l’ennesimo attacco alla libertà di stampa e ai doveri dei cronisti impegnati da mesi nel racconto dell’epidemia Coronavirus in Abruzzo.

Due striscioni, apparsi questa mattina nel quartiere Rancitelli di Pescara, esprimono la reazione violenta di una parte della popolazione alle notizie sui contagi di persone della comunità Rom che hanno preso parte al funerale di Campobasso. “Basta attaccarci giornalista terrorista” e “Qui nessun contagio da Covid-19, siamo sempre discriminati”: è il contenuto dei due striscioni apparsi stamani nel quartiere Rancitelli di Pescara. Del rione – considerato la principale piazza dello spaccio abruzzese e spesso finito alla ribalta nazionale per fatti di cronaca – negli ultimi giorni si è tornato a parlare per la presenza di alcune persone risultate positive al Covid-19 dopo aver partecipato ad un funerale in Molise da cui sono partiti numerosissimi contagi, una ventina dei quali a Vasto (Chieti). Sugli striscioni, che sono stati rimossi, sono in corso indagini da parte delle forze dell’ordine. Quattro, secondo i dati della task force della Regione Abruzzo, le persone risultate positive nel quartiere. I contagi, che risalirebbero ad alcuni giorni fa, sarebbero circoscritti e sotto controllo. Sulla questione era intervenuto, lanciando l’allarme, anche un comitato di quartiere. Il sindaco di Pescara, Carlo Masci, ha chiesto alla Prefettura una vigilanza particolare nell’area.

Il Sindacato dei Giornalisti Abruzzesi (SGA) condanna l’accaduto:

“Si tratta di notizie correttamente verificate e riportate dal complesso dei media regionali; ciò non di meno, c’è chi ritiene addirittura di bollare i giornalisti come terroristi. Sono attacchi vili, anche perché espressi un forma anonima, che il Sindacato Giornalisti Abruzzesi respinge con fermezza.
Sul caso, dopo l’intervento della polizia municipale per la rimozione degli striscioni, sono in corso indagini da parte della Digos e della Squadra volante della Questura, che speriamo possano dare nome e volto agli autori delle intimidazioni. Non è purtroppo la prima volta che questa area di marginalità urbana si rende teatro di aggressioni alla libertà di stampa, con una catena di episodi che nel recente passato sono anche sfociati nell’aggressione fisica.
Il Sindacato continuerà a vigilare e a difendere, con le armi della denuncia pubblica e della testimonianza, il lavoro dei giornalisti abruzzesi. Le notizie sui casi di contagio all’interno della comunità rom rispondono in questa fase a criteri di obiettività e interesse pubblico e nulla hanno a che fare con il linguaggio di odio, parimenti condannabile, che la vicenda ha scatenato trovando puntale amplificazione nell’uso irresponsabile dei social media”.

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Marina Moretti: