Pescara: domani una targa in memoria di Anna Carlini

Da domani in via Enzo Ferrari a Pescara campeggerà una targa in memoria di Anna Carlini, violentata e uccisa la notte del 30 agosto del 2017 da un romeno ancora latitante. Dall’amata sorella Isabella una frase d’amore e dolore.

E’ ancora senza una sentenza di condanna, per violenza e omicidio, la morte di Anna Carlini la giovane donna di Pescara trovata priva di vita nel sottopasso della stazione di Pescara la notte del 30 luglio del 2017. E se a marzo scorso, per far luce sul brutale assassinio, l’onorevole Walter Rizzetto, friulano in forza a Fratelli d’Italia, ha depositato una interrogazione a risposta orale destinata ai Ministri di Giustizia, Interni e Affari Esteri, domani sarà il giorno della affissione di una targa a pochi passi dal punto esatto dove Anna è stata trovata morta.

Anna era in affido alla sorella Isabella perché affetta da patologie psichiatricheAnna quella maledetta sera del 30 agosto di due anni fa si allontana da casa, in un momento di distrazione di Isabella. Non era la prima “fuga” di Anna, ma era sempre stata ritrovata. Quella notte no, di Anna si perdono le tracce. Verrà ritrovata morta e l’autopsia dirà, tra gli altri agghiaccianti dettagli, che Anna è stata fatta ubriacare prima di essere violentemente abusata.

C’è un assassino in questa orribile storia: è il latitante rumeno Nelu Ciuraru, al quale la Procura di Pescara contesta i reati di concorso in omicidio, violenza sessuale e abbandono di incapace.

C’è un testimone in questa orribile storia: è un giovane originario della Guinea, che in quei giorni trovò riparo tra i senzatetto che ogni notte affollano lo scalo ferroviario pescarese. Il testimone ha riconosciuto in fotografia il principale accusato e fornito agli inquirenti elementi determinanti per l’indagine.

Chiede giustizia Isabella, chiede che quell’orco che ha ucciso la sorella Anna paghi con la galera a vita ciò che le ha fatto. “Non riesco più a vivere – ci dice in lacrime-pensando che questo maledetto criminale ancora nemmeno cominci a pagare per quello che ha fatto mentre mia sorella è sotto terra!”. 

 

Barbara Orsini: