Due infermieri aggrediti in Pronto soccorso, a Pescara, da un parente di un paziente che pretendeva tempi più celeri per la visita.
E’ quanto accaduto la notte scorsa all’ospedale di Pescara. L’uomo, secondo una prima ricostruzione, ha iniziato a lamentarsi per i tempi di attesa a suo dire troppo lunghi e avrebbe aggredito verbalmente un’infermiera, danneggiando poi alcune oggetti. Quando è arrivato un altro infermiere a supporto della donna, avrebbe aggredito anche lui con uno schiaffo. Lanciato l’allarme, sul posto è intervenuta la Polizia che ha identificato i presenti e ricostruito l’accaduto. I due infermieri sono stati medicati e giudicati guaribili in pochi giorni.
I commenti letti su facebook, le aggressioni ripetute, infermieri pagati anche due euro l’ora, stanno ottenendo l’allonamento dalla professione infermieristica di molti esseri umani. che dire? Grazie a tutti. Presto risolverete il problema, vi assisterete da soli. Quando vi accorgerete cosa avete perso, voglio sperare non sia tardi!
Ancora, faccio presente che in studi scientifici, quelli seri, dicono che la condizione ideale per l’assistenza ai pazienti sia di un infermiere ogni sei pazienti! Nella Regione Lazio, al pronto soccorso, potete trovare 2 infermieri su 70 pazienti! …poi ci stupiamo di cosa? …l’infermiere attendende a cambiare un pannolone, che non è di sua competenza, perchè da la priorità al cambio delle bombole di ossigeno? In contesto dove ci sono 70 pazienti, è difficile, anche solo immaginare altrettanti attacchi al muro per l’ossigeno.
Ora abbiamo, nel Pronto Soccorso, orario di visita, distribuzione del vitto, in un contesto nato per assistere, stabilizzare e trasferire, quindi non abilitato all’assistenza superiore alle 48 ore.
Buongiorno. In merito all’articolo che riguarda l’aggressione agli infermieri del pronto soccorso di Pescara, esprimo vicinanza e solidarietà. Pure al sottoscritto mesi fa è accaduto di essere stato aggredito prima verbalmente,poi con un’arma da taglio,da parte di un soggetto pregiudicato tossicodipendente agli arresti domiciliari. Purtroppo è storia quotidiana e tutto il personale sanitario deve far sì che determinate vicende non accadono, ma non sempre è possibile.