Aperto uno stralcio dell’inchiesta principale, sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola, a carico del sindaco Ilario Lacchetta e del legale responsabile della ‘Gran Sasso Resort’ Bruno Di Tommaso: l’accusa è di peculato.
Da alcuni messaggi whatsapp (risalenti ad un periodo compreso tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015), estrapolati nel corso dell’inchiesta condotta dai carabinieri forestali, sono emerse alcune richieste indirizzate al sindaco Lacchetta riguardanti l’invio di mezzi sgombraneve da parte dell’imprenditore Marco Paolo Del Rosso, e del legale responsabile Bruno Di Tommaso. I mezzi venivano chiesti per la pulizia del piazzale del resort. Sarebbero seguiti messaggi di ringraziamento che, insieme ai successivi accertamenti compiuti dagli inquirenti, lascerebbero supporre che i mezzi sgombraneve siano stati effettivamente inviati. I mezzi risulterebbero appartenere alla dita alla quale sono stati appaltati i servizi per il territorio comunale di Farindola. Lacchetta sarà interrogato domani mattina e Di Tommaso lunedì. “L’ipotesi accusatoria è frutto di un equivoco e sarebbe bastato fare sommarie indagini per appurarlo – è il commento del legale di Lacchetta, l’avvocato Cristiana Valentini -. Come già avvenuto in altri contesti, questa difesa si è assunta l’onere delle indagini e durante l’interrogatorio di domani le metteremo a disposizione”.