“Revocare l’aggiudicazione provvisoria assegnata alla ‘Gran Guizza Spa’ per l’utilizzo della sorgente Valle Reale di Popoli per il ritardo di un giorno, rispetto al termine tassativo di 60 giorni”: così l’istanza formulata nella diffida inviata alla Regione Abruzzo dalla società ‘Santa Croce’.
“Revocare l’aggiudicazione provvisoria assegnata alla Gran Guizza Spa per l’utilizzo della sorgente Valle Reale di Popoli per il ritardo di un giorno, rispetto al termine tassativo di 60 giorni, con cui è stata consegnata alla Regione Abruzzo la documentazione tecnica da sottoporre all’istruttoria Comitato di coordinamento regionale per la Valutazione dell’impatto ambientale (Crr-Via), nell’ambito del bando per il nuovo affidamento della concessione”.
È l’istanza formulata nella diffida inviata alla Regione Abruzzo dalla società ‘Santa Croce’ che lo ritiene “atto a carattere vincolante non discrezionale”. ‘I documenti andavano presentati il 7 ottobre, una domenica, e non l’8 ottobre, come fatto dal management del gruppo San Benedetto’. Lo rende noto la stessa società dell’imprenditore Camillo Colella, ex concessionaria della sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro, fino alla revoca che ha innescato un durissimo contenzioso, con la preziosa acqua che finisce nel fiume da quasi tre anni.
“La Santa Croce ha partecipato al bando indetto il 12 maggio 2017 per le sorgenti Valle Reale, dal valore di 9 milioni di euro, aggiudicate provvisoriamente l’8 agosto del 2018 alla Gran Guizza Spa, società del gruppo San Benedetto, già concessionaria delle stesse sorgenti ed ancora gestore a seguito di ripetute proroghe, con la motivazione che doveva essere portato ancora a compimento un accordo di programma tra Regione Abruzzo e Comune di Popoli, e poi con la motivazione di espletare l’iter del nuovo bando“.
Proprio per la mancata presentazione, entro i termini, della documentazione Via, la Regione ha revocato nel novembre 2018, la concessione provvisoria della sorgente Sant’Antonio Sponga alla società Acque minerali per l’Italia, ex Norda.
“Del resto, queste procedure- come sottolineano nella diffida gli avvocati della Santa Croce, Claudio Di Tonno, del foro di Pescara, e Matteo Di Tonno, del foro di Bologna- sono soggette “ai principi di par condicio, trasparenza ed efficienza amministrativa”. Ed il provvedimento di decadenza, in caso di irregolarità, costituisce “atto a carattere vincolato e non discrezionale”, a cui la Regione Abruzzo, stazione appaltante, non può sottrarsi.
La Santa Croce, sullo stesso bando, ha fatto già ricorso al Tar contestando la violazione del principio di anonimato dei partecipanti alla gara. Ora il sodalizio contesta il fatto che i termini perentori per la consegna della documentazione Via scadevano “tassativamente” domenica 7 ottobre 2018, ovvero 60 giorni dopo l’aggiudicazione provvisoria dell’8 agosto 2018. Gli atti però sono stati inviati dalla Gran Guizza con un giorno di ritardo, lunedì 8 ottobre. “La Gran Guizza spa – si legge ancora nella diffida – ha però trasmesso al Comitato Via l’istanza e il progetto di affidamento della menzionata concessione in data 8 ottobre 2018, alle ore 10.56, così come risulta anche dalla schermata della pagina web del Comitato Via (‘acquisizione in atti’)”. Ovvero, oltre i termini di legge”.