Continua la battaglia sugli autovelox dell’avvocato aquilano Carlotta Ludovici. Dopo Bussi, sotto la lente di ingrandimento c’è lo speed scout di Scafa nel Pescarese che sta mietendo vittime per eccesso di velocità.
Tecnicamente è uno strumento di rilevamento dinamico della velocità che è incastonato al centro del tergicristalli anteriore dell’abitacolo della vettura della polizia che viaggia nella stessa traiettoria, cioè sulla corsia opposta rispetto al veicolo sanzionato. Una sorta di autovelox nascosto dentro l’auto della polizia. L’aspetto interessante è che l’automobilista incappato in questa situazione ha deciso di ricorrere al giudice di pace ritenendo illegittimo l’uso di questo strumento di rilevazione di velocità.
Lo scorso 21 giugno è arrivata la sentenza di accoglimento del ricorso, basato sulla mancata omologazione del velox, uno dei motivi di opposizione al verbale di contravvenzione elevato dalla municipale del Comune di Scafa. Lungo la strada c’è anche un altro autovelox, all’altezza di Manoppello, anche questo ritenuto illegittimo a seguito di un ricorso presentato dall’avvocato Ludovici. Il giudice sostanzialmente ha disposto l’annullamento del verbale, annullando la sanzione e la decurtazione dei punti dalla patente. Una decisione che si conforma all’orientamento dei giudici di merito e di legittimità a livello nazionale e anche degli stessi giudici onorari di Pescara in tema di omologazione degli autovelox.
“Ancora una volta – ha fatto presente la Ludovici – la caparbietà dei cittadini premia e mette in luce come sia quantomeno assurdo che migliaia di automobilisti debbano rivolgersi al giudice, sostenendo i relativi costi, per l’utilizzo di dispositivi fuori controllo dichiarati dalla quasi universalità dei giudici fuori norma e in quanto tali illegittimi e quindi inattendibili nel rilevamento della velocità”.