In Abruzzo manca il sangue più che nelle altre regioni: appello della rete trasfusionale in seguito ai dati raccolti dal Centro Nazionale Sangue.
Giugno e luglio sono stati caratterizzati da una carenza cronica di sangue in molte regioni italiane, l’Abruzzo figura tra quelle più critiche. La cronica mancanza di sangue mette a rischio terapie salvavita e interventi chirurgici.
“Se non verranno accolti gli appelli a donare fatti costantemente dalle associazioni di volontari, anche nelle prossime settimane – generalmente già contraddistinte dal calo delle donazioni – la rete nazionale non sarà in grado di soddisfare i Livelli Essenziali di medicina trasfusionale. In alcuni giorni – prosegue la nota del Centro Nazionale Sangue – si sono superate le 1.100 unità mancanti su tutto il territorio italiano. I dati provengono dal sistema informativo Sistra, dove le Regioni carenti o con una eccedenza inseriscono ogni giorno il proprio fabbisogno e le unità eventualmente disponibili. Il 4 luglio si è registrata la carenza maggiore, con richieste inserite per 1.130 unità, ma in molti altri giorni si è superata quota 1.000, compreso lo scorso sabato, mentre oggi ne mancano 900; di contro, le eccedenze non hanno mai superato quota 160. Lazio, Abruzzo e Basilicata sono le Regioni che hanno segnalato le maggiori criticità insieme a Sicilia e Sardegna, che hanno un fabbisogno particolarmente elevato a causa della presenza di numerosi pazienti, soprattutto talassemici, bisognosi di sangue per le terapie”.
Secondo il direttore del Centro Nazionale Sangue Giancarlo Maria Liumbruno il rischio è elevato:
“Consideriamo ad esempio che per un paziente leucemico servono otto donatori a settimana o che le talassemie e le altre emoglobinopatie assorbono circa il 10 per cento delle unità raccolte sul territorio nazionale, ma anche gli interventi chirurgici, se si pensa che ad esempio per un trapianto cuore-polmoni possono essere usate fino a 30-40 sacche di sangue. In questi ultimi mesi in diverse occasioni – ha continuato Liumbruno – le regioni con capacità di produzione maggiore non sono riuscite a rispettare gli accordi programmati all’inizio dell’anno per fornire sangue a quelle con carenze croniche. E’ importante che tutte le regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale e che incrementino la raccolta. Per questo all’appello ai donatori si aggiunge quello alle regioni, affinché consentano alle Strutture Trasfusionali da loro dipendenti una maggiore flessibilità nei giorni e negli orari di apertura, anche dotandole delle necessarie risorse umane, in modo da consentire, anche nel periodo estivo, la donazione non solo nei giorni feriali e negli orari canonici del primo mattino”.