Cinque detenuti, ieri sera, nel carcere di Pescara, hanno appiccato un incendio dentro la loro cella e aggredito con violenza la Polizia penitenziaria. Quattro agenti sono rimasti feriti, uno in modo grave. Nuovo appello del Sappe
I cinque detenuti di origine magrebina avevano già dato vita in precedenza ad altre situazioni e dinamiche analoghe e ieri sera la loro protesta è stata più violenta del solito: hanno appiccato un incendio nella loro cella che è stata totalmente distrutta dalle fiamme. Hanno poi aggredito con violenza con graffi, pugni, calci e con armi rudimentali gli agenti di Polizia penitenziaria che erano tempestivamente interventi per ripristinare l’ordine e la sicurezza e spegnere l’incendio.
Quattro poliziotti sono rimasti feriti. Uno di loro, privo di conoscenza, è stato trasportato con il 118 all’ospedale ‘Santo Spirito’ di Pescara dove gli hanno riscontrato una lussazione alla spalla e messo diversi punti di sutura al gomito con una prognosi di 20 giorni. Gli altri tre hanno riportato traumi alla mano, alla spalla e frattura alla mano con prognosi di 15 , 10 e oltre 30 giorni.
Il segretario provinciale del sindacato di Polizia SAPPE Giovanni Scarciolla evidenzia che si tratta di “Un altro episodio di violenza nella Casa Circondariale di Pescara San Donato a distanza di pochi giorni da un’altro episodio dove i protagonisti erano sempre gli stessi detenuti.
Urge un intervento immediato da parte dei vertici affinché i soggetti promotori di tali dinamiche vengano immediatamente allontanati affinché non creino alte criticità e mettano a repentaglio l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto .
Si ribadisce inoltre che la polizia penitenziaria non è dotata, come le altre forze di polizia, di teaser che, in questo tipo di situazioni sarebbe uno strumento valido per difendersi da tali aggressioni”.