Non ha ancora i contorni sindacali di una vera e propria vertenza, ma quella della Thales rischia di esser l’ennesima fuga all’estero di multinazionali e lavoratori.
E’ anche per sventare questo rischio, e cioè che il futuro dello stabilimento teatino della multinazionale francese diventi vertenza occupazionale, che il consiglio comunale di Chieti questa mattina ha cominciato a ragionare, in aula e alla presenza di una nutrita rappresentanza di lavoratori del gruppo d’oltralpe, nella direzione di una mobilitazione politico-sindacale. Insediatasi nella zona industriale dello scalo nel 1974, fino al 1998 la Thales contava ben 700 dipendenti, tra ingegneri ed esperti in informatica, attualmente ridotti a 120 unità. Il timore, per i sindacati ‘più che fondato’, è che il futuro teatino stia precipitando verso una nuova frammentazione dell’attuale sede Thales con relativa forzata migrazione dei lavoratori verso il sito centrale di Firenze piuttosto che all’estero, ad esempio in Malesia. Per i consiglieri comunali del Pd, firmatari dell’ordine del giorno che da oggi impegna l’aula ad affrontare la delicata questione occupazionale, ‘la politica può e deve fare la sua parte tenendo accesi i riflettori anche a livello nazionale sul futuro di 120 famiglie e di un’area industriale, quella di Chieti scalo, che ha già perso troppi posti di lavoro’.
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