2 giugno 1946: 70 anni fa l’Italia sceglieva la Repubblica, per la prima volta furono ammesse al voto le donne e dopo il duro ventennio fascista si diceva addio alla monarchia. In ogni angolo d’Abruzzo cerimonie ed eventi.
E’ la folta rappresentanza di sindaci, tutti con la fascia tricolore, la vera novità della parata di quest’anno per la Festa della Repubblica a Roma. Una novità assoluta voluta per rimarcare nell’anniversario (quest’anno il settantesimo) della proclamazione della Repubblica che il 2 giugno è la festa di tutti gli italiani, dunque, e non solo di quelli in divisa. E se non mancherà lo spettacolo delle Frecce Tricolori (che lasceranno una scia rossa, bianca e verde nei cieli della Capitale), la mente corre veloce a 70 anni fa esatti quando dopo il duro ventennio fascista e la sciagura della guerra, l’Italia entrava a far parte a pieno titolo del novero delle nazioni libere e democratiche. E questo accadde, si badi bene, non soltanto perché la forma repubblicana prevalse su quella monarchica, ma perché, per la prima volta nella storia della nazione, ritrovata la libertà, la partecipazione al voto di tutti, uomini e donne, realizzava una piena democrazia. È un dato di fatto che la data del 2 giugno non sembra coinvolgere gli italiani con la stessa intensità con cui altri popoli europei, si pensi alla Francia o all’Inghilterra, vivono le loro feste nazionali. Fu Storia davvero con la “s” maiuscola, certo: per la prima volta dopo oltre vent’anni, si tornò a un voto libero, pienamente politico e per la prima volta in Italia, poterono votare le donne. Tutto ciò, fra le ombre di mezzo milione di vittime della guerra, di 1.600.000 prigionieri non ancora tornati, della fame, di una divisione che spaccava il Paese in due. Ovunque in Abruzzo oggi tante le celebrazioni in onore e memoria di questa data che ha segnato la nuova era democratica dell’Italia contemporanea: in tutte le città, grandi e piccole, parate, gonfaloni, fanfare e bandiere tricolore ricordano a tutti noi soprattutto il diritto-dovere al voto a prescindere dal proprio colore politico frutto, di certo, anche di quel 2 giugno del 1946.
A Pescara un convegno per ricordare le ragazze del 1046.
Il servizio del Tg8:
“FESTA DELLA REPUBBLICA…….CON QUALE SPIRITO? ” IL COMUNICATO DEL COISP
Silvio MIRARCHI, sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri, ieri sera era impegnato a Marsala in uno di quei servizi di appostamento come se ne fanno centinaia ogni giorno in
ogni parte d’Italia. Appostamento nei pressi di una serra dove si coltivava marijuana…..droga che era prodotta per essere venduta ai nostri figli, ai figli di tutti. Chissà cosa stava pensando il Maresciallo mentre aspettava di arrestare coloro che coltivavano quella maledetta marijuana…..chissà cosa stava pensando mentre il proiettile gli penetrava il rene provocandogli una forte emoraggia. E’ la festa della Repubblica, ma oggi con quale spirito ci apprestiamo a viverla? La notizia della morte di un Servitore dello Stato è stata relegata in quelle di coda nei
nostri tg. Noi non ci stiamo più. Chiediamo maggiore tutela a chi ci rappresenta. Noi siamo servitori di questo Stato e continueremo ad essere fedeli alla sua Costituzione
ma è ora che la nostra dignità, ma sopratutto la nostra vita, non venga più calpestata. Il nostro pensiero, chiude la nota a firma del segretario provinciale del Coisp di Pescara Eugenio Zaccaro, corre alla famiglia del maresciallo MIRARCHI, alla quale va tutto il nostro affetto!