Il dato sull’occupazione in Abruzzo nel III trimestre 2016 (-14.000) annulla il segnale di ripresa del II trimestre 2016 (+15.000). La Cna traduce i dati dell’Istat e lancia un appello alla politica regionale.
E’ Aldo Ronci, per conto della Cna Abruzzo, a “tradurre” i dati Istat relativi all’occupazione in Abruzzo nel III trimestre del 2016. “In valore percentuale, in Abruzzo gli occupati hanno segnato un decremento del 3% a fronte di una flessione nazionale di appena lo 0,2%. Dati questi che pongono l’Abruzzo al penultimo posto della graduatoria nazionale”. Una dinamica occupazionale, quella abruzzese, a due velocità: si registrano, infatti, da un lato i peggiori risultati a livello nazionale in agricoltura e nei servizi e dall’altro il migliore risultato nel commercio e nelle attività ricettive. Il tasso di occupazione in Abruzzo, sempre nel periodo in esame ossia nel III trimestre dell’anno in corso, è stato del 55,2%, valore che rimane ancora sotto la media nazionale (57,6%) registrando pertanto uno spread negativo di 2,4 punti percentuali. Molto in sintesi, secondo Ronci”il consistente decremento è da imputare soprattutto alla pesante flessione dei lavoratori autonomi (-11.000)“.
Gli occupati per attività economica registrano incrementi nelle costruzioni (+6 mila), nel commercio e nelle attività ricettive (+13 mila), mentre subiscono un consistente decremento nei servizi (-24 mila), meno consistente in agricoltura (-8 mila) e lieve nell’ industria (-1 migliaio). Da sottolineare i vistosi decrementi percentuali in agricoltura (-29,1%) e nei servizi (-10,9%) ed i consistenti incrementi nel commercio e nelle attività ricettive (+14,9%) e nelle costruzioni (+12,7%).