Aggiornato al prossimo 25 ottobre il processo nei confronti di Vincenzo Angelini, della moglie Anna Maria Sollecito e di un ex direttore sanitario della clinica. Devono rispondere di associazione per delinquere.
Aggiornato al prossimo 25 ottobre, per la discussione e la sentenza, il processo in corso dinanzi al Tribunale di Chieti nei confronti dell’ex imprenditore della sanità privata Vincenzo Angelini, della moglie Anna Maria Sollecito e di un ex direttore sanitario della clinica, Sergio Frezza, la cui posizione però era stata stralciata nelle scorse udienze. Devono rispondere di associazione per delinquere, truffa continuata e falso, gli ultimi due reati prescritti. Oggi è stato sentito l’ultimo testimone, ovvero Rodolfo Rispoli, nel 2005 direttore amministrativo dell’Asl di Chieti, quindi il processo è stato rinviato. Angelini e la moglie, difesi dall’avocato Gianluigi Tucci, oggi non erano in aula. La vicenda da cui ha preso le mosse il processo è quella che, secondo l’accusa sostenuta in aula dal pm Giuseppe Falasca, ha consentito alla casa di cura Villa Pini, negli anni fra il 2005 e il 2007, sotto la gestione di Angelini, di espletare attività sanitaria non coperta da autorizzazione o accreditamento provvisorio e di effettuare prestazioni a carico del sistema sanitario nazionale per discipline non accreditate quali l’ortopedia, l’oculistica, la cardiochirurgia, la chirurgia vascolare, la cardiologia, l’otorinolaringoiatria, le malattie e i disturbi dell’apparato riproduttivo femminile. La truffa, ovvero i crediti vantati in quel periodo da Villa Pini d’Abruzzo srl nei confronti della Regione e dalle Asl abruzzesi in relazione alle prestazioni diverse da quelle accreditate, ammonta secondo l’accusa a 46 milioni e 751 mila euro. L’Asl si è costituita parte civile con l’avvocato Cristiano Sicari.