Demolizione bloccata per il rudere di 7 piani sul lungomare nord di Pescara noto come palazzo Michelangelo: a deciderlo una sentenza del Tar.
Dopo la seconda ordinanza di demolizione emessa di recente dal Comune di Pescara il Tar ha accolto il ricorso presentato dai legali del proprietario del palazzo mai ultimato e che ora non verrà buttato giù. Un rudere a due passi dalla rotonda Paolucci mai ultimato e spesso oggetto di polemiche e critiche. Il Comune di Pescara per ben due volte ha sollecitato l’abbattimento dell’opera incompiuta, ma il proprietario dello stabile dopo aver depositato un nuovo progetto che va a sanare e completare il primo ha presentato un ricorso al Tar per chiedere la sospensione del provvedimento comunale. Tra l’altro, la seconda ordinanza di demolizione, a detta del proprietario, conterrebbe anche un errore: sarebbe citato un articolo che consente al Comune, dopo l’abbattimento dell’immobile, l’acquisizione dell’area. Insomma, si è consumato anche l’ennesimo capitolo di una lunga serie di battaglie legali cominciate dai residenti che con tre ricorsi al Tar erano riusciti ad annullare tre concessioni edilizie riscontrando irregolarità in merito alle distanze non rispettate, prima fra tutte quella nei confronti di una vicina area. Un boccone a dir poco amaro per il Comune di Pescara se si pensa che lo stesso Tar aveva condannato tempo fa l’ente a risarcire annualmente, per un totale di oltre 56mila euro, i proprietari confinanti per non aver provveduto a cancellare il danno al paesaggio determinato dalla visione di quel rudere abbandonato.