Sentire, con le proprie orecchie, il sindaco Alessandrini dire che ‘per il parere ministeriale i tempi preventivati sono di 4-6 mesi’ ha gettato un’ombra pesante e dubbiosa sullo stato d’animo degli interinali Attiva che oggi saranno in corteo con i lavoratori della ‘Maiella e Morrone’.
Quella di ieri è la cronaca di una giornata che rischia di gettare una pesante ombra di dubbio e sospetto sull’intera gestione di una vicenda umana e occupazionale delicatissima quale è quella degli ex interinali di Attiva. A scatenare rabbia mista a sconforto, condita di nuovi sospetti è la dichiarazione del sindaco Alessandrini il quale, pungolato in consiglio da Guerino Testa, quantifica in ‘ 4-6 mesi, fino ad un massimo di 8’ il tempo che il ministero può impiegare per pronunciarsi sull’interpello depositato due settimane fa. Sei mesi sono metà anno, quattro comunque molti, otto obiettivamente troppi per questi padri di famiglia senza lavoro, senza stipendio e a questo punto della storia senza più fiducia in nessuno. Il sospetto che non tutti i ‘dichiaratamente amici e alleati’ abbiano davvero e solo fatto l’interesse di questo esercito di disperati comincia a farsi strada eccome: oggi è davvero un giorno diverso sotto quella tenda sempre più zuppa e sempre più stretta. Sono persino cambiate le espressioni sul volto di Manolo e degli altri ex lavoratori Attiva in stato di agitazione da oltre due mesi: per la prima volta la rabbia, che non si è certo placata, è mista ad un inaspettato senso di sospetto. Chi e perché ha perorato la causa dell’interpello ministeriale raccontandolo quasi fosse la panacea di tutti i mali e l’unica strada percorribile? Perchè essere così superficialmente miope da non valutare gli ‘ovvi’ tempi ministeriali? Domande che oggi sono tornati ad urlare in corteo con i lavoratori della ‘Maiella e Morrone’ azienda speciale che si occupa di servizi sociali in 16 comuni della Val Pescara. I lavoratori, per lo più donne, della ‘Maiella e Morrone’ si sono dati appuntamento con i ‘ colleghi di sventura’ di Attiva alle 10, sotto il Palazzo della Regione in viale Bovio a Pescara, dove tra slogan e striscioni hanno consegnato a D’Alfonso una torta ‘per ricordargli che è passato un anno dalle prime disattese promesse’.
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