Riparte da zero il processo Ecoemme, in corso nel tribunale di Pescara, a causa della mutata composizione del collegio e del conseguente diniego, da parte dei legali delle difese, all’utilizzazione delle testimonianze precedentemente acquisite.
Il giudice Villani ha aggiornato l’udienza al 4 luglio 2017 e per quella data il pm, Anna Rita Mantini, provvederà a compiere una scrematura dei testimoni da riascoltare, circoscrivendo le citazioni ai pochi reati ancora al riparo dalla prescrizione. Al centro del procedimento i rapporti tra il Comune di Montesilvano, costituitosi parte civile, e la società pubblica-privata Ecoemme, attiva nel settore dei rifiuti e composta da Comune di Montesilvano, Deco (gruppo Di Zio) e Comunità Montana Vestina. Il processo è nato da un’indagine del 2008, innescata da un esposto su presunte irregolarità commesse da Ecoemme. Secondo le accuse, l’ex sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma e il consigliere regionale Lorenzo Sospiri si sarebbero attivati per favorire il gruppo Di Zio nel consolidamento di una gestione monopolistica del servizio dei rifiuti a Montesilvano, in cambio della corresponsione di alcune somme di danaro. Gli altri imputati, oltre a Cordoma e Sospiri, sono Massimo Sfamurri, presidente di Ambiente Spa, Antonello De Vico, sindaco di Farindola, Ettore Paolo Di Zio, ex consigliere del Cda di Ecoemme, Ettore Ferdinando Di Zio, imprenditore, Fabio Savini, ex vice presidente del Cda di Ecoemme, Paolo Cucculelli, tecnico della Comunità Vestina, e Giordano De Luca, ex consigliere del Cda di Ecoemme. Tutti sono accusati di corruzione, con Ettore Ferdinando Di Zio che deve rispondere anche del reato di truffa.