Il Gip: “Fu diffamazione, violazione della privacy e trattamento illecito di dati personali” la spedizione in una mailing list pubblica dei compensi richiesti a 113 tra amministrativi e Cel dell’Università d’Annunzio: nuovi guai giudiziari per il dg Del Vecchio.
La Procura di Chieti aveva chiesto l’archiviazione, i legali dei 53 querelanti ( sui 113 diffamati) si erano opposti. Per ben due volte consecutive c’era stato il tentativo da parte degli avvocati del Dg di far slittare il pronunciamento del gip Antonella Redaelli al quale erano appese le speranze di amministrativi e Cel dell’Università d’Annunzio, forti della risposta fornita loro dal Garante della Privacy ( datata 30 luglio 2015) che aveva già ” condannato” il Dg. Ebbene, la Redaelli ha deciso disponendo che la Procura di Chieti proceda all’imputazione coatta a carico di Filippo Del Vecchio.Una vera e propria batosta per il Dg e di riflesso per il suo principale sostenitore storico, ossia il Rettore Di Ilio. Una vicenda questa che viene innescata da una miccia datata 6 ottobre 2014 : il Dg Del Vecchio invia a 1090 persone, ossia all’intero corpo docenti nonchè a tutti gli amministrativi (praticamente a chiunque con la sola esclusione degli studenti e degli addetti alle pulizie) una email con un file allegato dal titolo “Analisi utilizzo fondo accessorio 2001-2013”. Molto in sintesi, venivano elencati nomi, cognomi e ruoli associati a cifre che Del Vecchio bollava come “pagamenti illecitamenti percepiti nell’era napoleonica” facendo riferimento, appunto, a chi lo aveva preceduto sulla poltrona di dg della d’Annunzio, Marco Napoleone, e alle sue presunte regalie. A distanza di 90 giorni ( era il 9 gennaio 2015) su Del Vecchio piombavano come un macigno ben 53 querele a firma di altrettanti dipendenti che lo accusavano del reato di diffamazione aggravata e di trattamento illecito di dati personali ( querele per il dg) . Il resto è la cronaca di due anni di attesa da parte dei 53 ” coraggiosi” querelanti fino al pronunciamento del gip Redaelli, lungo 7 pagine, secondo il quale il personale destinatario della famosa mail non aveva titolo alcuno per venire a conoscenza dell’ammontare delle somme percepite dai colleghi, ne vi era necessità e pertinenza nel dettagliare nomi e cifre. Al contrario sarebbe stato rispettoso del diritto alla dignità, riservatezza e alla protezione dei dati di ciascuno degli interessati, il provvedere a comunicazioni individuali. Il gip configura le ipotesi di reato anche in merito alla scelta, ritenuta altrettanto illecita, che il dg intraprese pubblicando la famosa lista anche sul sito dell’Università alla voce “amministrazione trasparente”. 7 pagine a firma del giudice Antonella Redaelli in cui si evidenzia anche il risvolto che la vicenda ha avuto sulla cosiddetta opinione pubblica offrendole, di fatto, un’immagine di un personale legato ad un sistema di malaffare. La decisione di oggi sa di riscatto per i dipendenti della d’Annunzio, sentitisi offesi, diffamati, danneggiati. Per Filippo Del Vecchio questo è il secondo pesante coinvolgimento giudiziario che segue i due filoni d’inchiesta aquilani, l’uno contabile l’altro penale, per la vicenda degli affitti d’oro per il trasferimento post sisma della facoltà di Ingegneria all’ex Optimes (Ud’A e Dg Del Vecchio) .