Anche i ricercatori della d’Annunzio in…rosso: per i pochi fondi a loro destinati e, quindi, in protesta con indosso una t-shirt anch’essa rossa. Chiedono dignità e finanziamenti per le loro ricerche.
‘La ricerca è un lavoro. L’origami un Hobby’. I ricercatori italiani alzano la voce e lo fanno anche alla d’Annunzio di Chieti-Pescara. Il Dlgs 22 del 4 marzo 2015, infatti, (uno dei decreti attuativi del Jobs Act) ha introdotto una nuova forma di indennità di disoccupazione chiamata DIS-COLL, indirizzata a tutti i collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto, iscritti alla gestione separata presso l’Inps, che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione. Con la DIS-COLL tutti i lavoratori precari riceveranno un sostegno al loro reddito. Tutti, eccetto i ricercatori. Assegnisti di ricerca, dottorandi e borsisti si sono infatti visti esclusi dal DIS-COLL. La ragione? Perché, secondo il ministro del Lavoro Poletti, assegnisti di ricerca, dottorandi e ricercatori precari non sono lavoratori. A detta del ministro, infatti, i ricercatori ‘non possono essere considerati in tutto e per tutto lavoratori dal momento che i loro contratti sono assimilabili a borse di studio e non danno diritto all’ingresso in ruolo’. I ricercatori, insomma, anche in Abruzzo fanno sentire la propria voce indignata di protesta. L’ADI, (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani) ha lanciato una petizione, consegnandola in maniera formale al Ministro del Lavoro. Dal suo canto l’AIRI ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, invitando i ricercatori a usare l’# di riferimento “il mio lavoro non è un hobby”, “#dihobbynehoaltri e #lavoceAIRIcercatori. La petizione ha fatto il giro dei social con foto, commenti e racconti dei ricercatori, che descrivono le proprie giornate di lavoro in laboratorio, in classe e all’università.