Hanno perso il conto dei giorni di presidio in tenda e dei tavoli a cui hanno preso parte, ogni volta alimentati dalla speranza che venisse fuori una soluzione: ” Altro che festa dei lavoratori – ci dicono gli ex interinali Attiva di Pescara.
La loro vertenza si aggiunge, purtroppo, ad una lunga lista di emergenze occupazionali: tra smantellamenti, licenziamenti, delocalizzazioni, tagli, stipendi non pagati e davvero chi più ne ha più ne metta è evidente che oggi saranno davvero pochi ” eletti” a potersi permettere il lusso di festeggiare un 1° maggio dal sapore storicamente amaro. A Pescara tra le molte e delicate vertenze c’è quella degli ex interinali Attiva: oltre 60 padri di famiglia da mesi accampati sotto un tendone, allestito poco prima di Natale nel giardino antistante Palazzo di Città, dove il gelo dell’inverno sta lasciando la scena al caldo che arriverà. Lavoratori esasperati ma determinati, afflitti ma battaglieri: una situazione la loro talmente nota da correre, ora più che mai, il serio rischio di diventare un normale presidio di una normale vertenza dove quel termine ” normale” da tanti rincorso e sognato in questo caso assumerebbe la sfumatura della sconfitta. Se, infatti, c’è un merito che va riconosciuto a questi ex della in house del Comune di Pescara, che ha in gestione la raccolta dei rifiuti in città, è quello di aver saputo raccontare e trasmettere il proprio disagio, di esser riusciti a coinvolgere i cittadini, di aver colto momenti e personaggi utili alla loro battaglia (vedi Fiorello e ancor prima, e forse ancor più, Landini), di aver reso corale quella che poteva essere un grido solitario. Questi quasi 70 padri di famiglia non hanno mai smesso di forzare la mano e alzare la voce quando l’esasperazione mista a delusione e timore di esser presi in giro ha avuto la meglio sul ragionare e architettare. ” Altro che festa dei lavoratori, altro che 1° maggio – ci dicono in un giorno come gli altri trascorso come decine di altre domeniche-. “La politica? Impari a stare a debita distanza dal mondo lavoro se disoccupati e vertenze devono essere usati per far carriere e ottenere incarichi – ci saluta Manolo Da Silva con in braccio la sua bimba di pochi anni-. Il mare di Pescara sarà pure poco balneabile, ma a noi sembra di esser circondati da surfisti bravissimi a cavalcare l’onda della vertenza Attiva per poi potersi accomodare sulle poltrone che contano. Come dire, tutti atleti con le tragedie degli altri avendo fatto finta per 4 mesi di essere dalla nostra parte!”.