Morbose attenzioni, pedinamenti, telefonate anonime anche nel cuor della notte: un incubo durato mesi quello vissuto da una giovane barista di Rocca di Mezzo. Accusato di stalking, condannato alla pena di due anni di reclusione (con i benefìci di legge), un 52 enne romano.
Così ha deciso il giudice monocratico Giuseppe Grieco nel corso del processo che si è celebrato ieri. L’imputato è finito a processo, in forza di un decreto di giudizio immediato (saltando la fase dell’udienza preliminare), per fatti avvenuti a Rocca di Mezzo nel periodo che va da luglio 2011 a fine marzo 2012. Nei confronti dell’uomo fu emessa anche la misura cautelare personale del divieto di avvicinamento alla donna. Il 52 enne romano “pressoché quotidianamente, con condotta reiterata, ha minacciato e arrecato molestia” alla vittima: una condotta “consistita anche nel posizionamento e stazionamento di fronte al locale gestito dalla donna, osservandola ripetutamente con atteggiamento aggressivo, seguendola nei suoi spostamenti, pronunciando al suo indirizzo frasi intimidatorie quali “distruggerei tutto” e affermando in più occasioni che le avrebbe fatto chiudere l’attività. Oltre ad alcune offese, come riportato nel capo d’imputazione, l’uomo aveva “imbrattato con spazzatura e residui di cibo la soglia d’ingresso, la serranda e le parti murarie del locale”. Con queste condotte, l’imputato ha causato, a giudizio del tribunale, “un perdurante stato di ansia e di paura, ingenerando nella sua vittima il fondato timore per la propria incolumità, costringendola a modificare radicalmente le consuete abitudini di vita. La quantificazione del danno dovrà avvenire in sede civile.