Un piano industriale drastico quello della Intecs, che non lascia speranze: entro 24 mesi è stato annunciato un taglio pesante, che lascerà al lavoro solo 30 unità rispetto alle attuali 120.
E c’è incertezza anche per loro. E’ il destino di “morte annunciata” del centro di ricerca di alta tecnologia (prevalentemente si occupa di telecomunicazioni) eredità dell’ex Technolabs, l’azienda che rilevò il gruppo di ricercatori dell’ex polo elettronico ormai in declino.
Piano piano restano solo le ceneri di quello che era il fiore all’occhiello della ricerca nelle telecomunicazioni all’Aquila e nel centro Italia. Desolati, delusi, abbattuti i lavoratori, oggi riuniti per l’ennesima volta in assemblea nell’edificio in cui sono stati “relegati”, come dicono, dall’azienda. Con loro c’è il referente provinciale della Fiom Cgil, Alfredo Fegatelli.
La disperazione cresce tra i lavoratori, che per un paio di anni hanno lavorato pochi giorni al mese con la frustrazione di vedere inutilizzate le loro alte competenze. Nel corso di quest’anno gli stipendi saranno ridotti alla fame a causa dell’entrata in vigore del Jobs Act, che riduce drasticamente l’importo della cassa integrazione.
Poi, niente più lavoro, come spiega la Rsu Elvira De Sanctis:
“L’azienda sostiene che non ha i soldi per pagare ricercatori con qualifiche e competenze così alte”.
A nulla sono servite, fino a ora, le proteste davanti ai cancelli del centro di ricerca di cui sembra non interessare più niente a nessuno, nemmeno alla politica e durante uno degli ultimi consigli regionali del 2015.