“Transumanze – Atto primo, teatri dalla Puglia” è il nuovo festival teatrale in quattro spettacoli che si terrà nella cornice del teatro Nobelperlapace di San Demetrio ne’ Vestini a partire da domani per concludersi il 17 aprile.
Un festival organizzato da un’associazione che lavora quotidianamente sui territori periferici dell’Abruzzo interno. L’idea del festival nasce insieme ad alcuni artisti pugliesi, come spiega il presidente di Arti e Spettacolo e direttore artistico di Transumanze, Giancarlo Gentilucci per raccontare l’idea del tratturo Magno – il percorso utilizzato dai pastori per compiere la transumanza, ossia per trasferire con cadenza stagionale mandrie e greggi da un pascolo all’altro fino in Puglia – come legame culturale al contrario, ovvero portare in Abruzzo i successi e la grande qualità che stanno esprimendo diverse realtà pugliesi.
A partire da domani alle 18,30, si inizia con Capatosta, una produzione Crest – Teatri Abitati in collaborazione con Armamaxa teatro, scritto da Gaetano Colella, regia di Enrico Messina, con Gaetano Colella e Andrea Simonetti. Capatosta è ambientato in uno degli stabilimenti più grandi d’Europa, l’Ilva di Taranto. Due operai sul posto di lavoro. Il primo è un veterano, venti anni di servizio alle spalle e un carattere prepotente, di chi si è lavorato la vita ai fianchi e il poco che ha lo difende coi denti, compreso il suo piccolo desiderio: fuggire da Taranto, coi suoi figli, per non tornarci più. Il secondo è una matricola, un giovane di venticinque anni appena assunto nello stabilimento. I due potrebbero essere padre e figlio. Un’opera di teatro civile che vuole raccontare il sangue di una città ferita e divisa.
Il secondo appuntamento è per mercoledì 13 aprile, alle 21. De-Camerino, tratto dalle novelle del Decameron di Giovanni Boccaccio. Lo spettacolo, prodotto dalla compagnia Armamaxa, di e con Enrico Messina, da un suggerimento di Roberto Anglisani: “Un attore solo, in un camerino, si prepara. Il teatro è uno di quei teatri di provincia poco abitati e molto abusati – si legge nella sinossi dello spettacolo – lui è un attore bravo; uno di quelli che al termine dello spettacolo di solito la gente cerca di abbracciarlo. Ma è uno che non ha avuto il successo della televisione. Che la televisione lui, neanche la guarda. La televisione grida troppo. Lo spettacolo finisce, il pubblico va via […] E così, nel camerino un po’ squallido di un teatro qualunque, illuminato al neon, comincia il De-Camerino…”.
Due giorni dopo, venerdì 15 aprile (ore 21) sarà la volta di Amore e Psiche, di e con Daria Paoletta, a cura della compagnia Burambò. La storia che racconta un amore travagliato e ostacolato dalla diversità dei due amati: Amore è un Dio mentre Psiche è una mortale, ma bella come una Dea. Una saga di personaggi che dividono l’Olimpo dalla Terra, le divinità dai mortali, per scoprire che non c’è poi tanta differenza, gli uni assomigliano agli altri. Daria Paoletta riscrive il mito di Amore e Psiche di Apuleio, adattando la narrazione al mestiere dell’attore.
Il finale di Transumanze – Atto primo sarà affidato a un abitué del Nobelperlapace di San Demetrio: domenica 17 aprile, alle ore 17,30, sarà in scena La volontà – Frammenti per Simone Weil, con César Brie e Catia Caramia, drammaturgia e regia di César Brie, che produce anche lo spettacolo insieme a Campo Teatrale. Lo spettacolo, vincitore del bando I teatri del sacro 2014-2015 e del concorso Last Seen 2015. “l pensiero di Simone Weil, quasi sconosciuto alla sua morte, oggi ci interroga con una forza sconvolgente – afferma il regista argentino – si occupò dei pensieri e delle azioni degli esseri umani. Fu operaia, sindacalista, insegnante, scrittrice, storica, poetessa, drammaturga, combattente, filosofa, contadina. Morì di stenti, in esilio. Si occupava degli esseri umani, ma dimenticava se stessa”.