Anche quest’anno migliaia di persone sono arrivate a Cocullo per partecipare al rito dei serpari in onore di San Domenico
Nel borgo della Valle del Sagittario si ripete la storica manifestazione del primo maggio che quest’anno è particolarmente importante poichè è ripartito l’iter per la candidatura a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. Dopo il lungo stop dovuto alla pandemia da Covid-19, i paesi che condividono la devozione del santo si sono uniti per sostenere Cocullo.
Un evento che richiama migliaia di persone anche da fuori regione e favorisce il turismo nella zona. Quest’ann0 i serpenti in quota sono usciti prima dalle tane grazie alle temperature miti dei giorni scorsi. Il serparo è la figura principale del rito che ha il compito di raccogliere i serpenti, non velenosi, che adornano la statua del santo esposta in processione.
Il programma: alle 10.30 parte il corteo in costume per l’offerta dei ciambellati, alle 11 la viene celebrata la messa officiata dal vescovo di Sulmona-Valva, Michele Fusco, poi la processione dei serpari con l’esposizione del santo coperto di serpi.
La tradizione narra che San Domenico, monaco benedettino di Foligno che attraversò il Lazio e l’Abruzzo fondando monasteri ed eremitaggi, è ritenuto essere protettore dal mal di denti, dai morsi di rettili e dalla rabbia. Ha soppiantato il culto pagano della Dea Angizia, protettrice
dai veleni, tra cui quello dei serpenti. A questa dea venivano offerte, all’inizio della primavera, delle serpi come atti propiziatori.