Il direttore generale di Confartigianato Chieti L’Aquila, Daniele Giangiulli lancia un allarme riguardante le imprese abruzzesi a rischio chiusura a causa del Covid19.
In una nota Giangiulli che è anche membro del Comitato tecnico scientifico della Regione Abruzzo afferma che “Il 25 per cento delle imprese del territorio rischia di scomparire a causa della crisi da Covid-19. A partire da settembre dovremo rimboccarci le maniche, perché c’è un’economia da ricostruire. Il momento è delicatissimo e non c’è tempo da perdere. E’ fondamentale che le istituzioni, da quelle nazionali a quella locali, sappiano accompagnare la ripresa e favorire le imprese, altrimenti si rischia di raggiungere un punto di non ritorno”.
Nel comunicato stampa si legge che “Da settembre in poi avremo di fronte una serie di appuntamenti cruciali. Ci saranno le scadenze fiscali e riprenderà il pagamento delle rate di mutui e finanziamenti. Tutto questo mentre le imprese a stento sono riuscite a ripartire. Dalla politica ci aspettiamo non annunci e slogan, ma misure concrete, strumenti che favoriscano realmente la ripresa. E’ necessario che sia fatto tutto il possibile, perché la posta in gioco è troppo alta.
Gli artigiani e le piccole imprese, cuore pulsante dell’economia abruzzese hanno tenuto duro durante il lockdown e hanno fatto di tutto per ripartire dopo la riapertura. Da soli, però, non possono farcela”.
Sul fronte del credito, ad esempio, esiste un gap significativo tra domanda e offerta di credito. In questa fase di grave crisi la Regione Abruzzo ha promosso e può continuare a promuovere diverse iniziative volte a favorire l’accesso di liquidità alle imprese in crisi, tra cui garanzie per il sostegno di capitale circolante, per il sostegno della moratoria dei debiti alle imprese, per la concessione di prestiti a medio e lungo termine o fondo perduto, oltre alla concessione di contributi per l’abbattimento dei tassi di interesse e di contributi a fondo perduto per imprese operanti negli esercizi turistici, artigianali, commerciali, industriali e ai lavoratori autonomi che hanno sospeso l’attività nel periodo marzo-aprile 2020.
C’è da lavorare sui contratti a termine, dando certezze alle imprese affinché rinnovino quelli in scadenza o ne facciano di nuovi, e sull’occupazione femminile, il cui valore in Abruzzo è di gran lunga inferiore ai paesi europei più avanzati, per quanto riguarda il turismo, considerati i danni gravissimi provocati dall’emergenza, bisognerebbe contenere la perdita di produzione, ridurre i costi aziendali, rilanciare il settore e salvaguardare i livelli occupazionali.
Fondamentale, infine, e non ci stancheremo mai di ripeterlo la digitalizzazione, che forse è la sfida principale cui le nostre imprese si trovano di fronte, che consentirebbe una riduzione dei costi, una maggiore efficienza e garantirebbe la possibilità di affacciarsi su nuovi mercati prima inesplorati”.