In Abruzzo è allarme carenza medici di base e le aree interne sono fortemente penalizzate. Ne mancano 200 ma i fondi per assumerli ci sono come emerge nella proposta di legge elaborata di Fimmg e Uncem, da sottoporre alla Regione
«C’è bisogno di incentivi economici, ambulatori gratuiti all’interno dei comuni, bonus e rimborsi per far sì che i medici di base prendano servizio nei paesi dell’entroterra, nelle zone montane e nei centri al di sotto dei mille abitanti. In Abruzzo mancano più di 200 medici di famiglia perchè negli ultimi mesi, a causa dei pensionamenti, intere comunità sono rimaste senza un punto di riferimento ma insieme all’Uncem abbiamo elaborato una proposta di legge da sottoporre alla Regione che consentirà di risolvere il problema»: è quanto afferma al Tg8 il segretario della Fimmg Abruzzo, la Federazione dei medici di medicina generale, Mauro Petrucci parlando dell’iniziativa messa in campo insieme all’Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani.
Il dottor Petrucci spiega che «solo nella Asl Lanciano Vasto Chieti mancano 40 medici e la carenza non riguarda solo i piccoli comuni delle aree interne ma anche delle zone urbane, tra cui le città di Vasto e Chieti. Ma mentre nelle città più grandi è meno difficile reperire nuovi medici, in sostituzione di quelli che stanno andando in pensione, le zone disagiate restano scoperte. Secondo i dati dell’Enpam, la Cassa previdenziale dei medici, l’effetto-pensionamenti dovrebbe esaurirsi tra quattro-cinque anni e tornare a regime, con un normale riequilibrio tra neolaureati e pensionati. Ma, nel frattempo, la Regione deve aumentare le borse di studio per il corso di formazione triennale riservato ai medici di base. L’emergenza è dilagante e sta mettendo in crisi le rete dell’offerta sanitaria territoriale, minata dai pensionamenti dei medici storici, non ancora sostituiti. Insieme all’Uncem chiediamo risorse specifiche.
Il Covid ha aggravato la situazione: per due anni, infatti, tutte le Regioni, hanno messo a disposizione un numero inferiore di borse di studio rispetto alle reali necessità e si è accumulato un ritardo sui bandi per i corsi di formazione per i medici di base. È questo il gap da superare. Per Uncem e Fimmg una buona spinta, per indurre i giovani medici a scegliere le zone dell’Abruzzo più disagiate, è proprio l’incentivo economico. Abbiamo ipotizzato tre anni di incentivazione, rinnovabili per altri tre. E, come detto, si può pensare anche ad altre forme di ristoro, come l’uso gratuito di locali comunali da adibire ad ambulatori. Una valida proposta, a nostro avviso, per chi inizia adesso la professione e che, secondo la normativa, dopo tre anni dalla scelta della sede, può fare richiesta di trasferimento. Nei piccoli comuni il medico di famiglia rappresenta un presidio importante, non solo sanitario, ma sociale.
Fino a qualche anno fa eravamo presenti in ogni centro dell’Abruzzo ma oggi, nel momento cruciale, quando
sta scendendo la curva demografica e i paesi si stanno spopolando, viene meno la figura del medico di base, un riferimento necessario, soprattutto per gli anziani. Ma stiamo lavorando con la Regione. Gli obiettivi sono creare aggregazioni funzionali di medici, che possono prestare servizio in diverse zone, e il rinnovo dell’Accordo integrativo regionale».GUARDA IL SERVIZIO DEL TG8:
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La Fimmg sta anche lavorando insieme alla Asl Lanciano Vasto Chieti per affrontare il problema dell’affollamento dei Pronto Soccorso degli ospedali dovuto spesso alle lunghe liste di attesa per effettuare esami diagnostici e visite specialistiche ma a anche alla carenza dei medici di famiglia. Il 20 maggio si terrà un convegno proprio su questo argomento ha annunciato il dottor Petrucci.
Sulla proposta elaborata da Fimmg e Uncem interviene anche il presidente regionale dell’Uncem Lorenzo Berardinetti il quale in una nota afferma che «in Abruzzo i comuni montani sono 224, su un totale di 305, di cui 133 hanno meno di mille abitanti. Numeri che rendono bene l’idea delle criticità sul territorio. La Regione è chiamata a stanziare dei fondi ad hoc per evitare che i residenti restino senza medici famiglia.
Il problema relativo alla carenza di medici di base e pediatri interessa una vasta area dell’Abruzzo: si tratta, in particolare, dei comuni montani dove la scarsa densità demografica non attrae i nuovi medici. Il nostro obiettivo è creare i presupposti per far sì che un giovane medico possa scegliere di andare a lavorare in una zona di montagna.
In alcune aree, come la Valle Peligna, esiste un’emergenza numerica anche per i pediatri che si occupano dell’assistenza dei più piccoli. Per garantire un servizio alle nostre comunità, e fare in modo che i medici possano arrivare a un congruo numero di pazienti, abbiamo pensato di creare una premialità, valida per tre anni, poi rinnovabile per altri tre, che consentirà ai professionisti di accumulare punteggio e alle aree interne di essere assistite. In buona sostanza, la proposta di Uncem Abruzzo e dei Medici di famiglia si traduce nella definizione delle zone disagiate e nella creazione di incentivi economici per ogni assistito in modo da incoraggiare i professionisti a prestare servizio nei comuni più piccoli e di montagna. Una premialità da estendere ai pediatri. Le amministrazioni locali sono pronte a fare la loro parte mettendo a disposizione locali, all’interno dei municipi, da destinare ad ambulatori medici, per evitare il pagamento dell’affitto».