Comparirà domani, 7 novembre, davanti ai pm della Procura della Repubblica di Teramo, il presidente dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare Fernando Ferroni, tra gli indagati dell’inchiesta sull’acqua del Gran Sasso.
Il presidente Ferroni, assistito dall’avvocato Nicola Pisani, aveva chiesto di essere ascoltato dai magistrati per chiarire la propria posizione il 29 ottobre e successivamente ha chiesto un rinvio. L’inchiesta è partita con le ipotesi di reato per inquinamento ambientale e getto pericolose di cose ha portato al sequestrato dei punti di captazione situati all’interno dei laboratori.
Tra gli indagati ci sono il direttore dei Laboratori Stefano Ragazzi, il responsabile del servizio ambiente dei Laboratori Raffaele Adinolfi Falcone, il responsabile della divisione tecnica dei Laboratori Dino Franciotti, il presidente di Strada dei Parchi Lelio Scopa, l’amministratore delegato di Strada dei Parchi Cesare Ramadori, il direttore generale di Strada dei Parchi Igino Lai, il presidente della Ruzzo Reti Antonio Forlini, il responsabile dell’Unità operativa di esercizio della Ruzzo Reti Ezio Napolitani e il responsabile del servizio acquedotto della Ruzzo Reti Maurizio Faragalli che, secondo l’accusa, avrebbero cagionato o comunque non impedito “un permanente pericolo di inquinamento ambientale e, segnatamente, il pericolo di compromissione o deterioramento significativo e misurabile delle acque sotterranee del massiccio del Gran Sasso”.