I Sindaci del Teramano intervengono sulla questione dell’acqua del Gran Sasso e chiedono di chiudere laboratori e traforo.
Per i Sindaci del Teramano, se l’acqua del Gran Sasso è a rischio, si possono chiudere i laboratori e anche il traforo. La dura presa di posizione, dai toni provocatori, dei sindaci teramani è arrivata nel corso della riunione di questa mattina con il presidente della società Ruzzo Antonio Forlini. Un incontro organizzato per fare il punto su quanto accaduto l’8 marzo. La decisione della Asl di adottare un provvedimento di non potabilità dell’acqua proveniente dalle captazioni del Gran Sasso aveva creato allarme in 32 comuni del Teramano. Il provvedimento, adottato dopo che l’Arta aveva giudicato non conformi odore e sapore di alcuni campioni prelevati proprio l’8 marzo, è stato poi revocato quando le successive analisi hanno confermato che tutti i valori erano nella norma.
Il presidente del Ruzzo Antonio Forlini afferma “Rispetto ai contenuti della riunione odierna con i sindaci lunedì stileremo un documento che sarà oggetto di una comunicazione agli enti interessati a partire dalla Regione. Quello che si chiede, oggi, è la massima attenzione e garanzia della risorsa idrica teramana ed abruzzese perché, e ribadisco ciò che è stato detto in più occasioni, lì insistono tre attività tra loro confliggenti. Non si può rinunciare forse a nessuna delle tre ma quella che noi mettiamo prioritariamente in testa a tutte è la risorsa idrica, quella viene prima di tutto, e quindi la tutela delle sorgenti. Poi viene tutto il resto. La posizione espressa dai sindaci, Forlini non ha solo un fine provocatorio ma anche l’obiettivo di elevare il livello di attenzione rispetto ad problema ormai impellente. C’è una criticità che va affrontata e risolta”.