E’ in programma il prossimo 13 settembre la prima udienza del maxi processo sul rischio di inquinamento delle falde acquifere del Gran Sasso.
L’inchiesta della Procura di Teramo ha coinvolto i vertici di Strada Parchi spa, concessionaria delle autostrade A24 e A25, della Ruzzo reti Spa, società pubblica del ciclo idrico integrato del Teramano, e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso.
Sono dieci gli indagati, diventati imputati, senza il passaggio dell’udienza preliminare dopo che la Procura teramana ha firmato la citazione diretta a giudizio nei loro confronti. L’azione penale ‘diretta’ è stata esercitata dopo che il 10 aprile scorso il gup Marco Procaccini, in udienza preliminare, aveva rinviato gli atti alla Procura affinché, proprio in considerazione del tipo di reati contestati, che prevedono una pena non superiore ai quattro anni o una contravvenzione, il processo avvenisse con la citazione diretta a giudizio di competenza del Pm.
Si tratta di un tecnicismo giuridico che ha permesso di saltare l’udienza preliminare. Gli imputati, ai quali vengono contestati i reati di inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose, sono Fernando Ferroni, Stefano Ragazzi, Raffaele Adinolfi Falconi (Infn); Lelio Scopa, Cesare Ramadori, Igino Lai (Strada dei Parchi); Antonio Forlini, Domenico Giambuzzi, Ezio Napolitani e Maurizio Faragalli (Ruzzo Reti).
Un’inchiesta alla quale si lega la decisione di Strada dei Parchi di chiudere il traforo del Gran Sasso dal prossimo 19 maggio e che sta suscitando reazioni e commenti .