Il ministero delle Politiche agricole annuncia lo stop alle pratiche sleali nel commercio alimentare. Plaude Coldiretti che, preoccupata per i rincari di carburanti e fertilizzanti e per gli effetti nefasti della pandemia, vede uno spiraglio per i produttori lattiero caseari.
Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini commenta favorevolmente l’annuncio del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli che nel prossimo consiglio dei Ministri sarà approvata la direttiva sulle pratiche commerciali sleali.
Prandini dice: “Arriva lo stop alle speculazioni sul cibo che sottopagano i produttori agricoli in un momento in cui sono costretti ad affrontare pesanti rincari dei costi di produzione dai carburanti ai fertilizzanti, dalle macchine agli imballaggi fino ai mangimi per alimentare il bestiame”.
Il documento, fortemente sollecitato da Coldiretti, è un intervento normativo per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare anche che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali non venga scaricato sulle imprese agricole che, in controtendenza all’andamento generale, sono le uniche ad avere avuto un calo del valore aggiunto nel terzo trimestre del 2021 per effetto del boom dei costi di produzione.
Coldiretti sottolinea che: “L’approvazione delle norme contro le pratiche sleali nel commercio alimentare rappresenta una svolta storica per garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera dal campo alla tavola in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo. Una situazione che in Abruzzo “pesa” su tutti i settori con particolare riferimento, in questo momento, al settore lattiero-caseario che sta pagando ancora la crisi collegata all’emergenza sanitaria con il conseguente aumento dei prezzi dei mangimi, dell’energia e del carburante a fronte di uno stallo della remunerazione del latte.
Si pensi che in Abruzzo il prezzo dei mangimi e dei cereali, destinati ad uso zootecnico, è cresciuto nell’ultimo anno considerevolmente mentre sono rimasti stazionari i prezzi del latte bovino all’origine, che non superano i 37 centesimi al litro e avevano già avuto un crollo di 2 centesimi con l’inizio dell’emergenza sanitaria con forte penalizzazione degli allevatori per i costi più alti di gestione tra mangimi, energia e carburante a fronte di ricavi minori anche per il prodotto invenduto durante le prime fasi dell’emergenza”.