Alba Adriatica: 600 rom provenienti da tutta Italia per dire no al pregiudizio, si al dialogo e all’integrazione nel ricordo commosso di Manuel Spinelli.
La manifestazione, svolasi ieri in un centro sportivo di Alba Adriatica, é stata segnata, però, dall’assenza ingiustificata delle istituzioni, le prime che dovrebbero dare un segnale di apertura. Non erano presenti, infatti, i sindaci di Alba Adriatica e Martinsicuro Tonia Piccioni e Massimo Vagnoni. Un’occasione persa visto che l’evento é stato organizzato, anche, in memoria del 22enne Manuel Spinelli accoltellato a morte in un agguato la scorsa estate, da un pregiudicato albanese. Scopo principale dell’iniziativa é stato quello di tendere una mano verso l’esterno da parte di una comunità spesso ghettizzata e che invece vuole integrarsi ed instaurare un dialogo. Le mele marce sono presenti ovunque, in qualsiasi contesto, ed anche in questa secolare comunità presente nella nostra Regione da almeno 700 anni, ma al segnale di apertura, in questo che vuole rappresentare solo un primo di tante iniziative in programma, non é stato difficile rispondere, avvicinandosi e provando ad entrare come ha fatto una troupe della trasmissione di Rete8 “In Cronaca” . E così, con una certa sorpresa, abbiamo scoperto che tra questa gente c’é anche chi prova onestamente a dare il suo contributo alla società. Abbiamo conosciuto imprenditori, liberi professionisti, operai specializzati, neo laureati, anziani che sfidando tutto e tutti, anche sacche integraliste all’interno della loro comunità, hanno deciso di far studiare i propri figli tra mille sacrifici. Eppure c’é ancora tanta discriminazione, come loro stessi lamentano, ed ogni tentativo di dialogo e richiesta d’integrazione viene mortificata sul nascere.
“I nostri ragazzi non sono solo delinquenti, spacciatori, le pecore nere sono ovunque – dice Adele Di Rocco, imprenditrice, ed organizzatrice dell’evento – noi chiediamo solo la possibilità di un dialogo perché siamo convinti che le cose possono cambiare.”
Una giornata speciale, quella di ieri, con un torneo di calcetto tra squadre in rappresentanza di comunità provenienti da tutta Italia, ricordando il povero Manuel Spinelli, e grazie anche ad uno sponsor d’eccezione, il senatore di Forza Italia Antonio Razzi che ha fornito le casacche. Sullo sfondo anche un scopo spirituale, quello di far conoscere, soprattutto ai più giovani, la vita e l’opera del primo Beato Rom nella storia della Chiesa, lo spagnolo Ceferino Gimenez Malla, ucciso per la fede nel 1936.
“I nostri giovani devono trovare il modo di riavvicinarsi alla Fede – ci dice Antonietta Spinelli – sono troppo disillusi da una società che sembra non li voglia accogliere, e nella Chiesa posso trovare comunque conforto.”