Alessandrini su sversamenti in mare: “Tavolo con la Regione per potenziare depuratore”. Il sindaco di Pescara interviene sulla polemica degli sversamenti in mare dovuti alle abbondanti piogge di ieri e che hanno imposto un ulteriore divieto di balneazione temporanea.
“Credo sia sempre utile partire dalla conoscenza delle norme in materia. Il Decreto Legislativo n.152 del 2006 “Norme in materia ambientale” e le conseguenti disposizioni regionali – ovvero, la Delibera di Giunta 443/2013 contenente le Linee guida per l’approvazione dei progetti dei depuratori, nonché il Piano di Tutela delle Acque di cui alla Delibera di Consiglio Regionale n. 51/9 del 21 dicembre 2013 – consentono in caso di pioggia superiore, superiore da 2/4 volte la normale portata, che si possa procedere come ha fatto l’ACA, comunicandoci gli sfiori. E’ ovvio che questa attività debba trovare una migliore soluzione. Purtroppo non esistono risposte semplici a problemi così complessi, soprattutto quando i problemi si sono incancreniti fino a questo punto per assenza di iniziative concrete fino ad oggi. Noi siamo sul fronte ogni giorno, reprimendo abusi, progettando secondo le buone pratiche ed esponendoci, malgrado siamo interpreti di azioni mai svolte prima, alle legittime aspettative della gente. Per dare una risposta significativa al problema occorre avere in mente un disegno strategico. Non lo penso da oggi, tant’è che sin dall’inizio dell’anno ho chiesto formalmente alla Regione di trovare una soluzioni in riferimento a due necessità urgentissime per la nostra città: in primo luogo la separazione delle acque bianche dalle acque nere, visto che ad oggi le acque piovane e di fogna sono canalizzate nella stessa conduttura. Come in ogni azione strutturale non c’è una bacchetta magica, ma occorre definire un progetto organico e poi procedere per stralci, così come sta accadendo per i Comuni della costa Teramana che hanno uno strumento pianificatorio simile e già operativo. Il secondo obiettivo è il depuratore. Per il funzionamento ordinario quello di Pescara è uno dei pochi in perfetta regola; abbiamo però tutti la consapevolezza della necessità che esista un depuratore adeguato ad affrontare le situazioni di maggiore afflusso di acqua, come in questi casi. Anche per questa fattispecie abbiamo da tempo chiesto alla Regione usuale e fattiva collaborazione, tant’è che alcune risposte appaiono inserite già nel Masterplan. Sui tempi e le possibilità di risposta a queste due fronti abbiamo aperto un tavolo di lavoro con la Regione e siamo certi, vista l’impellenza di restituire fiducia alla comunità e alla città un pezzo della sua identità storica, che non mancherà come sempre in passato, attenzione e operatività in tal senso”.
Armando Foschi annuncia esposto in Procura:
“Sarà la Procura della Repubblica di Pescara a dover far luce sugli sversamenti che si verificano in mare ogni qualvolta scendono due gocce di pioggia per l’apertura dei troppo pieni, al fine di non mandare in tilt il depuratore. Era già successo il 12 maggio scorso, una vicenda, al solito, insabbiata dall’amministrazione comunale e svelata solo quando è venuta fuori una lettera segreta con la quale l’impresa Di Vincenzo, che gestisce il depuratore, comunicava al Comune lo sversamento. Quando un mese fa abbiamo sollevato interrogativi, il vicesindaco Del Vecchio, al solito, ci rispose spocchioso affermando che l’apertura del troppo pieno non significa sversamento in mare, ma che le ‘acque erano state pretrattate attraverso un sistema di bypass prima di essere reimmesse nel fiume…una procedura che consente di trattarle in maniera diversa da quella a raggi ultravioletti a cui vengono sottoposte con il passaggio nel depuratore’. Ovviamente non soddisfatti delle risposte stizzite del vicesindaco, abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica per chiedere chiarimenti e oggi scopriamo che anche quella era una bugia, esattamente com’è accaduto a luglio 2015, e che, come sapevamo, non esiste alcun ‘pretrattamento’ a valle del depuratore, tanto che al ripetersi della stessa identica situazione del 12 maggio, oggi, lo stesso vicesindaco ha annunciato la disposizione del divieti di balneazione”. Lo ha detto Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’. “Il 12 maggio 2016 – ha ricordato Foschi – il gruppo che gestisce il depuratore di Pescara ha scritto una nota che aveva per oggetto ‘Applicazione della procedura d’emergenza per la gestione delle acque di pioggia’, e in cui si leggeva ‘Si comunica con la seguente che, in data 12 maggio 2016, alle ore 11.50, a seguito di valori di portata addotta all’impianto di depurazione di Pescara superiori ai limiti progettuali previsti nell’autorizzazione allo scarico n.534 del 01/03/2013 e causati da sopravvenuti eventi meteorici, si è utilizzato il bypass posto a valle dei pre-trattamenti secondo quanto previsto dall’ILC 33/03 in Vs possesso. La lettera è stata inviata via pec, ossia posta certificata, per competenza alla Provincia di Pescara, dottor Colantoni, Settore Tutela dell’ambiente-Servizio Tutela e valorizzazione dell’ambiente; l’Arta, Dipartimento provinciale di Chieti Settore Chimico ambientale, all’attenzione della dottoressa Mancinelli e dell’ingegner Spatola; all’Aca, indirizzata agli ingegneri Livello e Di Giovanni; e, infine, al sindaco di Pescara. Ovviamente la città non ha saputo nulla di tale episodio, sino a quando non è venuta fuori la lettera che era chiara, ovvero: a causa della pioggia, nel depuratore di Pescara era arrivata una portata d’acqua superiore alle capacità progettuali dell’impianto, 4.301 metri cubi all’ora a fronte di una capacità di 3.750 metri cubi all’ora quale punta massima. Per questa ragione, era stato attivato il bypass posto a valle del pre-trattamento, parole che lasciavano supporre il verificarsi di uno sversamento in mare. Abbiamo chiesto chiarimenti e trasparenza ponendo la domanda direttamente al sindaco Alessandrini e al suo posto ci ha risposto uno stizzito vicesindaco Del Vecchio, smentendo ogni ipotesi di sversamento per quelle due gocce d’acqua e affermando che la dicitura usata dall’Aca significava semplicemente che le acque erano state sottoposte a un ‘sistema di depurazione alternativo al depuratore’, ovvero capace, evidentemente, di ripulire i liquami di fogna meglio e più velocemente del depuratore. Una risposta che non ci ha convinto e per tale ragione abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare l’episodio, su cui non riuscivamo ad avere risposte da parte delle Istituzioni, e chiedendo di verificare se ci fosse o meno stato uno sversamento e di individuare i responsabili. È passato appena un mese – ha aggiunto Foschi – e con un incredibile dietrofront il vicesindaco Del Vecchio svela la verità: dopo la pioggia di ieri ha ricevuto dall’Aca la comunicazione del verificarsi di sversamenti, evidentemente determinati dall’apertura dei troppo pieni, procedura necessaria per non mandare in tilt il depuratore di via Raiale, quindi i reflui si sono sversati nel fiume e nel mare con tutto il loro carico inquinante, determinando il divieto di balneazione su tutto il litorale fino a via Mazzini. È evidente che l’amministrazione comunale di Pescara sta continuando la sua gestione ridicola dell’emergenza balneazione, giocando sulla pelle dei cittadini vittime delle barzellette del duo Alessandrini-Del Vecchio. Ora invieremo le carte e le dichiarazioni odierne del vicesindaco all’attenzione della Procura a integrazione dell’esposto precedente, perché Pescara merita trasparenza”.